Con e senza Victor Osimhen. Le due vite del Napoli. Per comprendere che è quasi questione di vita o di morte il suo ritorno in campo, basta soffermarsi al bilancio degli ultimi 32 giorni senza il nigeriano in campo: in questo mese, la squadra di Spalletti ha perso quattro volte, tre in campionato e una in Europa League. Cinque, compresa la sconfitta, quella con l’Inter con il gigante nigeriano ko dopo appena 10 minuti della ripresa. I numeri sono spietati, il dato inequivocabile: il Napoli è Osimhen-dipendente. Non è una malattia. È l’attaccante la soluzione di ogni enigma, lo spartiacque tra quello di bello che è successo e quello che adesso non succede più. Dal paradiso all’inferno. Al momento, senza una data di ritorno: perché Osimhen sarà ancora un fantasma per almeno un altro mese. Almeno. E Spalletti lo sa bene. Ma non è facile metterci una croce addosso, arrendersi alla sua assenza. Il fenomeno nigeriano continua a percorrere strade parallele, di quella potenza atletica che serve per dare sostegno alla sua forza devastante. Nell’attesa, vivendo sospeso tra illusioni e una realtà fatta di soluzioni precarie e sconfitte, il Napoli è scivolato all’indietro, smarrito e ferito dopo la sconfitta con lo Spezia. Con una classifica che vede il primo posto lontano sette punti.
Tornerà dopo Natale a Napoli per essere visitato dai medici che lo hanno operato e per avere un’altra diagnosi. Se il ct della Nigeria non si sarà ancora arreso, sarà quello il momento cruciale per capire se risponderà alla convocazione oppure dovrà rinunciare. Perché se dovesse essere confermato lo stop per almeno un altro mese, Osimhen dovrà dire addio alla Coppa d’Africa (la Fifa non ha sospeso la manifestazione, si va avanti e non ci sono più segnali che possa essere rinviata all’estate prossima). Ma per tutto gennaio, s’intende, non potrà essere schierato da Spalletti.
In serie A sono state 25 le partite da titolare che ha giocato mister 90 milioni di euro. E il bottino parla chiaro: 18 vittorie, 5 pareggi e solo 2 sconfitte. Per capire il peso specifico della sua presenza in campo, basta vedere cosa succede quando Osimhen non c’è, oppure parte dalla panchina: ecco, in quel caso, il cammino del Napoli diventa modesto, quasi da centro classifica. In 32 partite di campionato le sconfitte senza Osi titolare sono state ben 11. Esistono, dunque, due Napoli. Certo, è un concetto pericoloso, per ovvi motivi. Si rischia di avere poca fiducia quando Osimhen non c’è e di averne troppa, invece, alla sua presenza. Il modo più semplice per sostituire il nigeriano è dimenticarsi di lui, evitando di cercare in qualche modo una sua controfigura. Ma poi appena iniziano le partite, tutti si accorgono che non c’è. Come quando si è fatto male alla spalla, un anno fa: per 62 giorni è stato assente e poi quando è tornato lo ha fatto, ovviamente, senza partire a razzo. Ebbene, in quei quasi tre mesi, il Napoli ha perso 7 volte in serie A. E solo in una circostanza, a Bergamo con l’Atalanta, Osimhen ha giocato 90 minuti. Bisogna arrendersi all’evidenza, c’è poco da fare. La dipendenza da Osimhen lo rendi insostituibile. Non è un alibi per giustificare questa frenata ma è una risposta alla frenata delle ultime 8 gare (appena 8 punti). Esattamente le partite senza Osimhen.