Napoli, si ferma anche Petagna
ma non è solo colpa della sfortuna

Napoli, si ferma anche Petagna ma non è solo colpa della sfortuna
di Bruno Majorano
Mercoledì 17 Febbraio 2021, 08:03
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Non bastavano le brutte notizie della giornata di lunedì. E allora ieri, nel primo pomeriggio, è arrivata l'ennesima tegola per Gattuso e per il suo Napoli che oggi partirà per la Spagna e domani affronterà il Granada per l'andata dei sedicesimi di Europa Leaguge. L'ennesimo infortunato della lunga lista (adesso siamo a 9) è Andrea Petagna. L'attaccante ha svolto ieri lavoro personalizzato in palestra e terapie perché gli accertamenti effettuati ieri mattina hanno evidenziato una «distrazione parcellare del retto femorale destro», in una parola: stiramento. L'attaccante aveva dovuto fare gli straordinari nell'ultimo periodo per sopperire alle assenze di Osimhen e Mertens.

Petagna non sarebbe partito titolare contro il Granada, ma sarebbe stato un ottimo cambio da utilizzare a gara in corso per far rifiatare Osimhen o anche solo per cambiare un po' lo stile di gioco del Napoli. Ma niente, dopo Lozano e il lungodegente Mertens, adesso gli azzurri hanno realmente 3 attaccanti a disposizione: Osimhen, Insigne e Politano. Non esattamente il massimo per Gattuso che dovrà fare a meno di Petagna almeno per le prossime 3 o 4 partite, ovvero le due con il Granada, quella di campionato domenica a Bergamo contro l'Atalanta e quella della prossima settimana contro il Benevento. Senza Petagna, e tutti gli altri infortunati (da Ospina a Koulibaly, Demme, Manolas e Lozano), il Napoli si presenterà in Spagna con le scelte obbligate. I quattro insostituibili in difesa (Mario Rui, Rrahmani, Maksimovic e Di Lorenzo), i tre attaccanti (Insigne, Osimhen e Politano) e appena qualche pedina in più a centrocampo dove proprio alla vigilia della gara contro la Juventus Gattuso è riuscito a recuperare Fabian Ruiz. A disposizione anche Elmas, Lobotka e Bakayoko. Fine. Poi toccherà dare fondo alla riserva azzurra del settore giovanile: Cioffi (che ha già esordito in campionato contro la Fiorentina), Zedadka e Costanzo sono i più accreditati per poter scendere in campo a Granada e dare un po' di respiro ai titolarissimi. 

 

Quello di Petagna, però, è uno stop che ha nuovamente puntato i riflettori su un problema sempre più evidente nel Napoli (ma non solo): i tanti, troppi infortunati.

La prima ragione è facilmente riconducibile all'enorme mole di impegni affrontati dal Napoli in questa stagione senza pause. Si gioca ogni tre giorni praticamente da settembre e i giocatori hanno pochissimo tempo per recuperare (fisicamente e mentalmente) dalle partite. A questo si aggiunga che alcuni tasselli come Lozano e Koulibaly sono letteralmente insostituibili nel Napoli. Basti pensare alla grande forza d'animo del messicano che nel finale contro la Juventus, seppur visibilmente dolorante, ha stretto i denti per dare il suo contributo preziosissimo fino all'ultimo secondo. Per quanto riguarda la prevenzione, poi, gli staff atletico e medico del Napoli hanno fin qui cercato di non spingere mai i giocatori al limite della sopportazione (e infatti i 5 infortuni muscolari sono avvenuti a 5 muscoli diversi). Ma soprattutto hanno svolto un lavoro di grande attenzione per quel che riguarda la fase di recupero. Facendo i debiti scongiuri, infatti, nessuno degli infortuni muscolari ha avuto poi delle ricadute, a dimostrazione della corretta gestione del problema e del reinserimento graduale in campo. Ultimo aspetto, ma tutt'altro che banale, è quello del Covid. Il virus rappresenta la vera scheggia impazzita, la variabile che sistematicamente fa saltare il banco. Impossibile prevedere il contagio, ma allo stesso tempo la positività al Covid costringe un calciatore a dover saltare almeno due o tre partite. Succede, quindi che un allenatore prova per una settimana intera un sistema di gioco con un calciatore e poi deve rinunciarvi a 24 ore dalla gara senza però avere alcuna responsabilità dal punto di vista traumatico.

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