Napoli-Salisburgo, Fabian fuori fase:
anche Insigne alla sagra degli errori

Napoli-Salisburgo, Fabian fuori fase: anche Insigne alla sagra degli errori
di Pino Taormina
Mercoledì 6 Novembre 2019, 08:24
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Il signor Edward Murphy, ingegnere, postulò una legge che a un certo punto sembra essere perfetta per il Napoli: se qualcosa può andar male, sicuro lo farà. A un certo punto, dopo lo svantaggio l'abisso sempre spalancarsi sotto i piedi degli azzurri, che sembrano essere incappati in un'altra delle loro seratine di tregenda della stagione. Altri due pali centrati, che con i 3 di Genk e i 9 colpiti in campionato fanno il record mondiale della sfortuna. Il Napoli non appare squadra malata, ci mette grinta ardore. Fa venire i mal di pancia a centrocampo, ma lì davanti spreca ancora tanto. Doveva essere la notte della qualificazione agli ottavi, meno male che non è quella della disfatta.
 
 

6 MERET
È spiazzato nel rigore che calcia l'enfant prodige Haaland ma non sempre i miracoli riescono. Poi è sempre sicuro, anche nell'interminabile  serie di palloni che arrivano in area. Ha un pregio: dà sempre la sensazione di sapere quello che sta facendo. Poco esitante, preciso sulla palle alte, puntuale su un rasoterra dal fondo

6 DI LORENZO 
Spinge con continuità, trova diversi cross interessanti. Soffre molto anche dal suo lato le sortite di Ulmer, ma non sbaglia le chiusure ben supportato da Callejon. Anche quando nella ripresa il Salisburgo cambia il modulo non va mai veramente in affanno.  Anzi è proprio lui il più dinamico anche se i cross non sono sempre delizie da vedere

6,5 MAKSIMOVIC 
Onguané gli sbuca alle spalle e per poco sono dolori. Riesce a puntellare la baracca ma la cerniera con Koulibaly funziona troppo a intermittenza. Si trova spesso in campo aperto contro Hwang e Haaland. La sua risposta è quella di indietreggiare, ma lasciando ancora più campo. Nella ripresa blinda posizione e centimetri.  

5 KOULIBALY 
Sbaglia tutto, tempo e modo, nella scivolata con cui ara Hwang: cosa gli sia passato per la testa difficile capirlo. Vacilla quando gli austriaci velocizzano le giocate. Sbaglia ancora in un almeno altre due circostanze: cerca di rimediare con qualche sortita offensiva e un super secondo tempo, ma non è questa la notte della redenzione 

5,5 MARIO RUI 
Più bloccato di Di Lorenzo, gioca una gara difficile, sul suo lato Minamino e Kristensen spingono e trovano spesso spazi: nell'azione del rigore non ha colpe dirette. Qualche discesa, ma anche molti errori nella lettura delle situazioni in area. Distratto in un controllo di palla che rischiava di far volare Haaland dritto in porta

6 CALLEJON  
Ancora un palo a portiere battuto sul solito assist di Insigne che è come una melodia. Semplicemente fondamentale nei ripiegamenti: cancella tre palle-gol potenzialmente letali al Salisburgo: contro avversari meglio dotati fisicamente, ci mette assai più impegno per fare diga. E questo gli impefisce qualche scorribanda

6,5 ZIELINSKI 
Getta sulla Luna un pallone facile facile: ha un'ampia visulate ma spara alto. La sua indolenza costa cara in qualche duello a centrocampo, si fa ammonire a metà frazione per provare quel filtro che proprio non gli riesce, con ampi varchi che Junozovic riesce a trovare. Cresce e non poco nel secondo tempo, anche perché il ritmo cala

5,5 FABIAN RUIZ 
Timidino e impreciso, completamente fuori fase: spesso appare come un'anima persa che vaga continuamente alla ricerca della giocata. Si vede a strappi in fase di possesso, ancor meno in fase di interdizione dove soffre. Uno spunto importante al 33' quando su tacco di Mertens spacca la difesa del Salisburgo

6 INSIGNE 
Certo, anche lui prende parte alla sagra dell'errore sotto porta: in certi momenti assatanato, in altri distratto: è il più attivo del Napoli, con diversi passaggi chiave completati, un assist perfetto per Callejon ed un tocco sotto porta che non entra per una questione di centimetri. Prende la traversa al 72'. Si interstardisce nel tiro a giro ma è l'indole dell'attaccante.

5,5 MERTENS 
Un po' più travolgente nel secondo tempo, dopo un primo tempo in cui si fa più travolgere che altro. Certo, non manca di svariare su tutto il fronte offensivo senza trovare il guizzo. All'altezza della mezz'ora trova una apertura per Fabian con un tacco meraviglioso ma pare come galleggiare nella gara. Sacrifici in fase di recupero

7 LOZANO 
Si scuote e scuote il Napoli con grande dinamismo. Di tecnica e intelligenza, più che di fisico e spallate, fa vedere le streghe a Pongracic. Si guadagna subito una punizione da posizione pericolosa. Coronel deve superarsi per parare una sua conclusione. Pareggia i conti con un gol di strappo, potenza e qualità. Nella ripresa costante spina nel fianco

6 LUPERTO 
Ancelotti ha bisogno di maggiore sostanza sul lato sinistro nel momento in cui entra Mwepu e il baricentro austriaco si sposta assai più in là. Non entra benissimo nella contesa. È quello il lato debole e non è un caso che il Salisburgo cerchi sempre da quel lato la giocata. Prende coraggio dopo un anticipo su Januzovic ed è un finale in crescendo 

6 MILIK 
Subito animato da spirito guerriero, il che non significa che le azzecca tutte. Anzi, impreciso nei tocchi, si fa spesso anticipare da Oungané ma piace il modo con cui ogni volta prende posizione in area. Non incisivo, un ogni caso anche perché quando le squadre sono così allungate lui non è tipo da saperne trarre giovamento

sv LLORENTE 
Ultimi minuti per provare il colpo su mischia o qualche spizzata da calcio piazzato. Su angolo arriva per primo, e poi è prezioso anche in fase di pressing sui portatori di palla austriaci. E infatti sul traversone di Callejon quasi allo scadere il gigante basco arriva per primo ma colpisce sparando alto. Un peccato. Sarebbe stato perfetto.

6 ANCELOTTI 
È una chiamata alle armi ai veterani il Napoli che schiera con il Salisburgo. La Champions è il suo territorio di caccia, avrebbe bisogno di un bel cappotto portafortuna come quelli che indossava il mitico Pesaola perché davvero gli inciampi della sorte sono tanti. Il suo Napoli gioca come è suo solito, con il 4-4-2 e Lozano che pare essere molto a suo agio quando parte da lontano: 11 tiri verso la porta, supremazia territoriale. Per una squadra ferita, in pieno ritiro, il segnale che non c'è volontà di arrendersi.
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