Osimhen al Psg, offerta bassa ​ma sviluppi la settimana prossima

Non c'è una deadline per definire la situazione

ADL e Osimhen
ADL e Osimhen
di Pino Taormina
Mercoledì 12 Luglio 2023, 09:48 - Ultimo agg. 16:41
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Il pressing del Psg non toglie ancora il fiato a De Laurentiis. Ma quel «ci vuole un bel duecentino» per portarlo via ha provocato una reazione non proprio felice dell'agente del capocannoniere della serie A, Calenda, che ha già fatto intendere, nei giorni scorsi, dopo l'ultimo summit, che l'offerta parigina c'è ma non si spinge oltre la soglia dei 110 milioni di euro. A quel prezzo, quasi la metà del prezzo giusto di De Laurentiis, lo sa bene il manager del nigeriano, Osimhen non va da nessuna parte. E la cosa non fa fare salti di gioia all'entourage di Osi. Ma sia chiaro: neppure la proprietà qatarina del Psg è così folle da spingersi a queste cime tempestose.

Victor non vuole rompere con il Napoli, non vuole andare allo scontro: se ci sono le condizioni giuste per un addio, lui andrà via. Sennò resterà con il sorriso. Al contrario di Spalletti, è convinto che qui possa continuare il ciclo vincente iniziato con lo scudetto. Ma è sedotto, sconvolto, dalla disponibilità finanziaria del Psg e dall'ingaggio che i parigini iniziano a fargli annusare: 12 milioni netti all'anno. E per 5 anni. Ecco, il crocevia della questione è tutta attorno allo stipendio: perché Osimhen è blindato da un altro biennale da circa 4 milioni, a distanze abissali da quello che emiri, sceicchi e tycoon vari possono garantire.

In Italia, e questo è il segnale, Osimhen è fuori mercato. Per tutti. Non c'è club che possa permetterselo. Il che dà anche la dimensione della difficoltà della nostra serie A ad essere competitiva con gli altri tornei del Vecchio Continente.

La prima domanda è: c'è una deadline oltre la quale Osimhen può essere considerato incedibile? La risposta è: no. L'offerta «più che indecente» può arrivare anche dopo Ferragosto, anche se la sensazione - ma solo quella - di De Laurentiis è che o si fa in questo mese o non si fa nulla. Insomma, dovesse Osimhen essere ancora a Napoli all'inizio della fase-2 del precampionato, a Castel di Sangro, le sue chance di permanenza sarebbe più alte. Le milionarie attenzioni per Victor riempiono le giornate del presidente e tolgono certezze a tutto il mondo azzurro. Ma De Laurentiis sta dipanando la matassa senza frenesie. Ha le idee chiare su come gestire il capitolo cessioni e, non a caso, sinora ha difeso la posizione. Con fermezza, decisione, personalità. Nasser Al Khelaifi ha, per il momento, altre priorità a partire dal caso Mbappé che infiamma il club della Ville Lumière. Ma, fino a che le sirene parigine non smetteranno di tentare Osimhen, improbabile che si possa discutere di un rinnovo di contratto. Arriverà, certo, ma a settembre. Con il mercato chiuso. E nel frattempo Calenda fa bene a sperare che Al Khelaifi convinca Doha ad alzare l'offertona al Napoli.

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C'è un altro dettaglio che De Laurentiis sa bene, perché gliene ha parlato il diretto interessato: Luis Enrique, il tecnico che ha preso il posto di Galtier, va matto per Osimhen. Nelle pieghe della chiacchierata con l'ex allenatore della Roma, De Laurentiis ha parlato della sua stella e Luis Enrique lo ha esaltato. Il messaggio azzurro, in ogni caso, sinora è stato molto netto. Messa così vuol dire che il Napoli non intende adottare soluzioni a metà.

Certi aspetti finanziari che sono pronti a mettere sul piatto quelli del Psg lasciano intendere come Osimhen sia ormai entrato nell'ordine di idee di fare le valigie per la capitale francese. Ma deve ancora trovare la cosiddetta quadratura del cerchio. Perciò i prossimi colloqui con Calenda saranno decisivi. L'impressione è che questa vicenda vivrà i suoi momenti decisivi la prossima settimana. E che nel caso servirà un blitz dello stesso De Laurentiis a Parigi. Occhio però ai bluff: perché il Manchester United è solo apparentemente messo di lato, per via del cambio di proprietà.
 

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