Rangers-Napoli, le formazioni:
Anguissa c'è, tocca a Simeone

Rangers-Napoli, le formazioni: Anguissa c'è, tocca a Simeone
di Pino Taormina
Mercoledì 14 Settembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 19:01
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Inviato a Glasgow 

Stanotte 50.000 apostoli senza gonnellino, scatenati, pretenderanno il miracolo a squarciagola, quelli dei primi seggiolini aliteranno sul collo di chi batte la rimessa laterale. Consentire a questa bolgia di prendere la carica con una partenza pigra o, peggio, beccando un gol, sarebbe pericoloso. Frank Zambo Anguissa conosce l'atmosfera di questi stadi senza barriere, sa che spesso il miglior giocatore può essere il pubblico. E gli scozzesi sanno come trasformare l'Ibrox Park in un inferno. «È proprio così, questa c'è un'atmosfera incredibile, abbiamo visto alcuni video dei tifosi: quando giocano in casa i Rangers si trasformano e quello che sarà fondamentale è non sbagliare cose semplici. Pensare che questa possa essere una gara poco complicata sarebbe un errore grave, che noi pagheremmo a caro prezzo. Li rispettiamo e sappiamo che dobbiamo giocare da squadra, non possiamo credere che venire qui a vincere sia una cosa banale». Non è semplice fare la formazione, anche perché qualche alternativa c'è. C'è Simeone che è in vantaggio su Raspadori per una maglia da titolare (e a Milano toccherà, è chiaro, all'ex Sassuolo). Un po' di turnover è necessario (Lozano è rimasto a casa per l'influenza). Anche perché l'argentino è come un torello che scalpita.

Sì, con l'addio di quelli della vecchia guardia è evidente che è Anguissa uno dei leader del gruppo. Anche nell'intervista al Mattino di questa estate ammise che era un ruolo che non lo spaventava. «Sì, lo sono. Mi sento così. Ma non so se è il miglior momento della mia carriera, so solo che le cose mi riescono bene e anche aver fatto gol mi dà ancora più coraggio.

Ma anche lo scorso anno ho giocato bene: io gioco bene se il Napoli gioca bene». Sono le parole di chi sa di essere pedina chiave. Una doccia scozzese è qualcosa che non passa per la mente agli azzurri. Che hanno voluto calpestare il terreno di gioco di Ibrox nonostante non fosse previsto l'allenamento. Forse per misurare anche le distanze delle linee con le tribune. Per venti minuti la squadra si è radunata in mezzo al campo, con Spalletti e Giuntoli seduti in panchina a osservare tutto. 

 

«Senza tifosi azzurri mi spiace, loro sono tutto per noi, ma anche se non possono essere qui a Glasgow, loro sono sempre con noi. E noi lo avvertiamo. Dobbiamo scendere in campo e dare il massimo, giocando anche per loro. Come sempre. Perché sono tutti nel nostro cuore». Se non solo i mattoncini rossi di questo stadio pieno di storia e di titoli nazionali incutono rispetto e un certo timore. Anche gli avversari che scendo sul campo di gioco incutono timore: «Siamo preparati a questa partita che è difficile: giocano in casa, si trasformano. Noi dobbiamo dimenticare la prestazione con il Liverpool, metterla da parte. Stasera è un'altra storia: concentriamoci e riusciremo a ottenere i tre punti». Si gioca di notte, qui succede solo per le coppe. In campionato mai, perché sennò nei weekend i pub dovrebbero chiudere in anticipo. Luciano qualche dubbio se lo porta dietro: chiaro che la tentazione è quella di far riposare qualcuno, pensando al big match di San Siro. Ma farà davvero pochissimi cambi, rispetto al Liverpool. L'essenziale. «Dobbiamo giocare bene, senza pensare al clima attorno. Abbiamo già vinto su campi complicati e noi vogliamo andare avanti in Champions». 

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