Tra rigori, rovesci e sei gol, con rimpianti e amarezza, errori e inutili falli, la luce per il Napoli è data dall'asse Lorenzo Insigne-Giovanni Di Lorenzo. La loro è una solidarietà calcistica che nasce dalla disperazione di dover recuperare gli sbagli altrui, e che si concretizza in un legame che vede prima Insigne cercare Di Lorenzo e poi Di Lorenzo cercare prima un fallo per regalare il gol su rigore a Insigne, dopo che gli era stato tolto un gol per un fuorigioco di mezzo piede. Il Sassuolo occupa meglio gli spazi, palleggia velocemente, scambia alla grande e si ritrova un Domenico Berardi da fare invidia alle grandi come un tempo. Il Napoli sempre in lotta tra emergenze, acciacchi e speranza, lotta e tiene, ed è accompagnato da un Insigne che se non prende la traversa come Berardi, segna su rigore come lui e si trova un gol annullato, ma dribbla, distribuisce, apre possibilità, gioca con un altruismo che non si vedeva da tempo, tanto che alla fine recrimina più di Gattuso e colpisce bottiglie e cartelloni per sfogare i suoi sforzi caduti nel vuoto per via degli errori difensivi. Nikola Maksimovic, Elseid Hysaj e Kostas Manolas gli devono delle scuse, almeno formali, e le devono anche a Di Lorenzo che come al solito corre a spaccamilza, e questa volta segna e si procura un rigore, andando oltre le sue normali partite, non si vedeva con tanto brio da tantissimo tempo, perché alle sue discese sempre poco ardite aggiunge una concretezza d'aria con incursioni e slalom da attaccante aggiunto. Crossa sempre così così, ma almeno questa volta penetra, la spinge in porta, e costringe Lukas Haraslin a stenderlo. Senza Insigne e Di Lorenzo sarebbe stata goleada del Sassuolo, loro tengono, con i denti: davvero, tutta la partita.
Purtroppo da quando esce Dries Mertens si crea un vuoto davanti.