Superlega, Juve a rischio esclusione
​e il Napoli spera nella Champions

Superlega, Juve a rischio esclusione e il Napoli spera nella Champions
di Pino Taormina
Venerdì 4 Giugno 2021, 08:00 - Ultimo agg. 19:21
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Non è una partita di poco conto. È una partita che vale almeno 50 milioni di euro. Ed è per questo che De Laurentiis sa bene che è forse la partita più importante di tutte da giocare questa estate. Ma il Napoli non vuol farsi tirare dentro, preferisce restare spettatore della faccenda, contatta la Uefa e la Eca ma solo per avere informazioni non certo per sollecitare interventi o altro. Ha un motivo in più il club azzurro per attendere la decisione della commissione disciplinare dell'Uefa: toccherebbe al Napoli prendere il posto della Juventus in Champions. Dopo aver perso la volata per il quarto posto sul campo, i tifosi azzurri sognano il sorpasso in un'aula della giustizia sportiva. E la prossima settimana, al massimo entro il 15 giugno, arriverà la prima decisione. E tutti sono con il fiato in sospeso. Perché è vero che il tribunale di Madrid ha sottoposto una domanda pregiudiziale nel contenzioso che vede la Superlega opposta a Uefa e Fifa per la violazione delle regole europee sulla concorrenza ma questo non fermerà il cammino della giustizia sportiva. Dunque, dentro o fuori alla Champions (e si parla a tempo indeterminato, e non solo per la prossima edizione) per i tre club ribelli che sognano la Superlega. 

Non c'è altro da fare per De Laurentiis. Lo ha spiegato anche a Spalletti che, chiaro, c'è un piano B in caso di ripescaggio e di conquista a tavolino in Champions ma il Napoli sa bene che fino a quando non arriverà il lodo finale del Tas, tutto potrebbe essere azzerato. Quindi, difficile credere che le scelte di mercato possano cambiare: perché si rischia, come nel gioco del Monopoli, di tornare al via. Senza poter avanzare pretese. Motivo per cui Giuntoli deve procedere a ridurre il monte ingaggio con una serie di tagli nella rosa (almeno a 80 milioni) e provare a cedere uno tra Koulibaly e Fabian, o anche tutti e due nel caso di una buona offerta. Perché Champions o non Champions, ed era questa la parola d'ordine anche prima del verdetto finale del campionato, De Laurentiis considerava troppo alto il monte ingaggi da 105 milioni di euro (l'anno scorso, con Ancelotti, si è arrivati quasi 120 milioni di euro) a fronte di una situazione economica gravissima legata all'abbattimento delle entrate a causa del Covid. E vuole una migliore distribuzione percentuale degli stipendi rispetto al fatturato. 

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Il Napoli si è informato su questi aspetti: e ha deciso che in ogni caso non avanzerà alcun tipo di pretesa.

Accetterà ogni decisione dell'Uefa, della commissione disciplinare, del Tas e dell'Eca. Chiaro che il club azzurro è rimasto sorpreso dall'accelerata di Andrea Agnelli e degli altri 11 club che hanno dato vita alla Superlega. Ma mai il Napoli ha usato toni duri nei confronti delle società fondatrici. Né sta facendo pressioni perché si giunga il prima possibile a una decisione. Peraltro, con Agnelli, uno dei rivoltosi, i rapporti sono stati buonissimi per tutto l'inverno: anche perché Napoli e Juventus hanno condiviso - sia pure animate da motivazioni differenti - sia il boicottaggio dei fondi in Lega Calcio che la cessione dei diritti tv per il prossimo triennio a Dazn. De Laurentiis non è così ottimista: sa come vanno queste cose, ha visto anche come le norme del Fair Play finanziario, che pure da un certo momento in poi dovevano essere il faro per tutti le società, è stato eluso. Senza sanzioni. Crede, dunque, che si arriverà a una soluzione diplomatica. D'altronde, nel suo piccolo, anche lui spinge perché la serie A venga ridimensionata, magari con 16 società come era negli anni 80. 

L'interpretazione della Corte di giustizia europea sarà determinante per la decisione del giudice spagnolo e per tutti gli altri tribunali che si dovranno pronunciare sul tema. Motivo per cui Juventus, Barcellona e Real hanno replicato all'Uefa che ha aperto un procedimento disciplinare: «Così si violano le decisioni delle corti di giustizia che hanno ordinato all'Uefa di astenersi da questo tipo di azioni». Ma la Uefa non pensa affatto di dover sospendere il provvedimento. Il presidente Ceferin ne fa pure una questione personale e insiste, ancora ieri: «Nessun dialogo con Juventus, Barcellona e Real Madrid». Il rischio di una disputa legale tra i club della Superlega e la Uefa è dunque sempre più concreto e le conseguenze rischiano di essere pesantissime. Ma dalla Uefa, fanno sapere: non decideremo se è giusto o no la battaglia che la Juventus e le altre stanno facendo per la Superlega, ma decideremo se in virtù di questa battaglia è giusto che prendano parte alla nostra Champions League. Insomma, due argomenti che sembrano simili. Ma che forse non lo sono. 

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