Triste, solitaria y final:
la volata di Mario Rui a Udine

Triste, solitaria y final: la volata di Mario Rui a Udine
di Roberto Ventre
Lunedì 9 Dicembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 07:01
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Minuto 80 di Udinese-Napoli, Mario Rui si propone palla al piede, prova a ribaltare l'azione ma si gira intorno e non vede nessuno che si propone per il contropiede: nei suoi pressi c'è Mertens che avanza lentamente e non scatta in verticale in avanti, tutti gli altri azzurri restano fermi, schiacciati dietro, senza proporsi in avanti per il passaggio. Il portoghese alza la testa e non nota nessuno dei compagni vicino o che si smarca per andare in profondità, allarga le braccia sconfortato, poi passa il pallone sulla sinistra a Younes e l'azione del Napoli riparte lentamente con il giro palla: il video sta facendo il giro del web, è l'immagine del Napoli attuale che non riesce ad uscire fuori dalla crisi. Gli azzurri sono sempre più avvolti da una spirale negativa a livello mentale che sta svuotando il serbatoio delle energie nei momenti in cui invece servirebbe il massimo dell'intensità agonistica per provare a portare a casa un risultato pieno più che mai fondamentale in questa fase (il Napoli non vince in campionato da sette partite, nove in totale considerando le due di Champions contro il Salisburgo al San Paolo e il Liverpool ad Anfield: l'ultima vittoria è quella di Salisburgo il 23 ottobre, un digiuno quindi che ormai dura da 45 giorni). Un problema innanzitutto di testa, questo è alla base delle enormi problematiche del Napoli di Ancelotti, poi ce ne sono altre, una squadra anche in calo fisico evidenziato nel finale di Udine dopo il grande sforzo prodotto in avvio di secondo tempo almeno per conquistare il pareggio con il polacco Zielinski. Una reazione arrivata dopo un primo tempo assolutamente incolore e largamente sotto tono da parte di tutti i calciatori azzurri ma che non è bastata per centrare il successo, unica strada possibile per dare un calcio alla crisi.

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L'immagine di Mario Rui a Udine che non trova l'assistenza dei compagni dopo un recupero palla per un contropiede, in una fase della partita in cui c'è ancora tempo per provare a vincere è l'emblema del Napoli attuale. La formazione di Ancelotti è sempre più in difficoltà: una squadra spenta, scoraggiata, con il morale sotto i tacchi e priva di quel furore agonistico necessario per reagire alla crisi e tirarsi fuori da questo periodo nero. Il campionato degli azzurri è diventato sempre più un tormento, una squadra irriconoscibile rispetto a quella che tanto bene ha fatto negli anni passati sfiorando lo scudetto e che comunque in questa stagione ha brillato nel girone di Champions League riuscendo a strappare quattro punti ai campioni di Europa del Liverpool. Ancelotti la scorsa settimana ha lavorato molto proprio sul concetto di equilibrio tattico e di compattezza di squadra da evidenziare in campo in ogni momento della partita ma anche stavolta il Napoli è venuto meno sotto questo aspetto: la situazione di gioco in cui Mario Rui riparte palla al piede ma la squadra non riesce a ribaltare l'azione con rapidità da una fase difensiva a una offensiva per provare a sorprendere gli avversari è emblematica.

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Diverse altre situazioni di gioco hanno evidenziato questo problema di distanze eccessive tra un reparto e l'altro: errore pagato a caro prezzo nell'azione del gol di Lasagna con l'Udinese che recupera palla per un errore in uscita del Napoli e verticalizza senza trovare opposizione a centrocampo in maniera rapidissima per il contropiedista bianconero. Una squadra, quindi, troppo allungata, soprattutto nella ripresa quando c'era da raggiungere il pareggio e salvata in questo senso da un paio di recuperi decisivi di Koulibaly che ha evitato situazioni di pericolo la squadra troppo sbilanciata in avanti. Insomma, una formazione che ha confermato i problemi delle ultime sette partite e in maniera particolare in quella precedente al San Paolo contro il Bologna quando ha concesso numerosi contropiedi perdendo in rimonta con enormi voragini che si crearono a centrocampo.
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