Cambiamento climatico, il Nobel Terry Callighan: «I giovani invertano la rotta»

Le sue tesi perno nella docuserie “Northwards” basata sulle analisi di INTERACT, network di stazioni nell’Artico, dal 21 su Youtube

Cambiamento climatico, il Nobel Terry Callighan: «I giovani invertano la rotta»
di Valentina Venturi
Mercoledì 18 Ottobre 2023, 14:30 - Ultimo agg. 19 Ottobre, 06:47
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La ricerca scientifica a volte viene considerata distante dalla vita quotidiana, concepita da donne e uomini intenti a fare fori nel ghiaccio o a prelevare liquidi senza una ragionevole spiegazione. In realtà gli studi scientifici e tecnologici sono saldamente ancorati all’attualità e proiettati verso il futuro.

Un esempio sono le basi scientifiche permanenti, dove si svolgono delicate analisi la cui riuscita dipende anche dal sostegno tecnico e organizzativo in cui convivono logistica, stazioni di ricerca, connessioni e scambio di dati, droni e informazioni tecniche. Un lavoro sinergico raccontato in “Northwards - Together for the future” (Verso Nord - Insieme per il Futuro), docuserie dedicata al cambiamento climatico, alle sue evidenze nell’Artico, presentata in anteprima con due eventi a Roma e a Orvieto. Al centro del filmato l’analisi scientifica portata avanti da INTERACT, il più grande network di stazioni di ricerca terrestri nell’Artico, che coinvolge università, istituti di ricerca e sedici Stati europei. È grazie alla sua esistenza se è possibile il lavoro di migliaia di scienziati nei luoghi più sperduti dell’emisfero boreale.

IL PROGETTO

 Un progetto di cooperazione internazionale, finanziato dalla Comunità Europea e creato nel 2011 dal Premio Nobel professor Terry Callaghan. Era il 2007 quando insieme all’ex vicepresidente degli Usa Al Gore, Callaghan vinceva il Nobel per la Pace in qualità di Lead Author dell’IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change, il Comitato intergovernativo sul mutamento climatico. Il riconoscimento veniva assegnato al suo team per gli “sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti”. Professore di Ecologia artica all’Università di Sheffield (UK), Callaghan spiega a MoltoFuturo quale sia, oggi, il valore di un network come INTERACT: «Aver vinto il Nobel mi ha fatto ricevere molto interesse e mi ha aiutato a far ascoltare le mie parole a più persone. Eppure serve ancora più spazio nei media, per informare e convincere i governi a cambiare politica. Bisogna iniziare dal basso: dobbiamo insegnare ai bambini nelle scuole il problema del cambiamento climatico e l’importanza del riciclo. Dobbiamo tenere le nuove generazioni informate il più possibile e il prima possibile, anche se sono consapevole che sono già più informati e green dei loro genitori. Il motivo è semplice: non devono preoccuparsi di questioni economiche, possono pensare al futuro».

Ed è proprio con l’intento della conoscenza e della consapevolezza, che nei sette episodi di “Northwards” si racconta il lavoro degli scienziati che vivono in circa 80 stazioni di ricerca sparse in tutto l’Artico e Sub-Artico e il supporto fondamentale che a essi fornisce il progetto INTERACT. Il ruolo di guida è affidato a Giorgio Lupano (autore con Fabio Catena della docuserie in uscita il 21 ottobre su Youtube e sui canali web e social di INTERACT), che con piglio semplice ed efficace in ogni puntata approfondisce una specifica tematica. «Un viaggio tra luoghi e persone – racconta l’attore, classe 1969 – che mi ha permesso di conoscere ricercatori che trascorrono la propria vita al Circolo Polare Artico a fare esperimenti, ricerche e studi per trovare una soluzione al riscaldamento globale. Dobbiamo ascoltare la scienza che si basa su fatti, esperimenti e prove; non c’è più spazio per opinioni o pareri».

IL PERCORSO

 Il viaggio “verso Nord” parte da Stoccolma: qui Lupano incontra Callaghan all’interno della Swedish Royal Academy of Science, dove si assegnano i premi Nobel per le materie scientifiche. Dopo il loro colloquio si parte per la stazione di ricerca di Abisko, nel nord della Svezia per incontrare la coordinatrice del progetto INTERACT, Margareta Johansson, che introduce l’evoluzione degli studi sul permafrost. Il futuro della scienza si tocca con mano in Finlandia, a Kilpisjarvi, entrando in contatto con esperti di nuove tecnologie e in Groelandia dove Morten Rasch ed Elmer Topp-Jørgensen spiegano il complicato lavoro di uno Station Manager. In Islanda e nelle isole Faroe si fa la conoscenza di Hannele Savela che descrive con parole semplici e comprensibili in cosa consista il programma di Transnational Access, che permette di accedere e scambiare informazioni da remoto a migliaia di scienziati da tutte le regioni del mondo. “Northwards” arriva fino nella tundra svedese in Lapponia da Sami Niklas Labba che, insieme a Kirsi Latola, spiegano il rapporto che esiste tra la comunità scientifica e le popolazioni indigene dell’Artico. Il percorso si conclude in Gran Bretagna a Glossop, vicino a Manchester, nella casa di Callaghan, dove viene gettato uno sguardo sulle sfide indispensabili per salvaguardare il pianeta. E proprio a Callaghan spetta il compito di rispondere alla domanda più stringente: quale sarà il futuro della Terra? «Le previsioni degli scienziati ci dicono che se smettessimo da oggi l’emissione di anidride carbonica in blocco, ci vorrebbero comunque mille anni per far tornare il giusto livello del mare. Il processo ormai è innescato: il cambiamento climatico richiede azioni urgenti, che però intaccano gli interessi economici. Per questa ragione sono convinto che la risposta verrà dall’educazione intergenerazionale: saranno i bambini a insegnare agli adulti come comportarsi, con la loro passione faranno la differenza. Di sicuro la vita che conosciamo adesso tra 50 anni non esisterà più: la prossima generazione vivrà in un mondo diverso».

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