Perugia, coppia di medici rapinata da finti carabinieri sul Raccordo

I carabinieri indagano sulla rapina messa in scena da finti carabinieri sul raccordo Perugia-Bettolle
I carabinieri indagano sulla rapina messa in scena da finti carabinieri sul raccordo Perugia-Bettolle
di Luca Benedetti
Lunedì 14 Dicembre 2020, 07:13
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PERUGIA Finti carabinieri rapinano moglie marito sul Raccordo Perugia-Bettolle all’altezza di Torricella. Il colpo è stato messo a segno sabato sera, verso l’ora di cena.
Secondo quando risulta al Messaggero i finti carabinieri si sarebbero palesati lungo una piazzola di sosta all’altezza di Torricella in direzione di Perugia. Lì, l’auto delle vittime è stata fatta accostare. Sembra che i banditi avessero, sulla loro auto, che poteva sembrare un’ auto civetta, anche i lampeggianti. E che avrebbero indotto in errore moglie marito perché indossavano delle pettorine con su scritto carabinieri.
I banditi, almeno due, si sono presentati con il volto travisato. Forse coperti da passamontagne. Al «documenti» avrebbero estratto delle pistole con cui hanno minacciato le vittime della rapina. Nel giro di pochi secondi, con moglie marito sotto la minaccia delle armi, i banditi si sono fatti consegnare gli orologi, i soldi che moglie e marito avevano in tasca e in borsa. Alla donna sono stati portati via i gioielli che aveva indosso. E poi sono fuggiti. Un bottino da migliaia di euro.
Le vittime sono due medici senesi che stavano trascorrendo quache ora in Umbria prima di tornare  nella città del Palio. I due sono rimasti sotto choc ma, per fortuna, non sono stati toccati dai banditi che li hanno solo tenuti sono la minaccia delle armi.
Un’azione durata poco più di un minuto e che ha frutto un discreto gruzzolo.
I due medici, appena ripresi dallo spavento, hanno chiamato i carabinieri e sono scattate subito le indagini. Al lavoro i carabinieri della Compagnia di Città della Pieve.
I banditi si sono mossi con grande tempestività e sicurezza. La sceneggiata dai finti carabinieri è stata messo in atto senza il benché minimo tentennamento. Sembra che la piazzola dove è stato costruito l’agguato non sia coperta da un sistema di videosorveglianza come avviene in alcuni tratti caldi delle strade di grande scorrimento, soprattutto nella zona degli svincoli.
C’è ancora da capire bene se il segnale di fermarsi, con paletta e lampeggiante, sia stato fatto all’auto con la coppia dei medici da bordo strada o se l’auto dei finti carabinieri ha scelto l’obiettivo e pi affiancato l’auto dei due professionisti senesi facendoli accostare in una piazzola sicura. Certo è che i banditi si sono mossi conoscendo in maniera perfetta la zona. Conoscenza possibile frutto si sopralluoghi. E il fatto che siano andato a colpo sicuro sulla scelta delle vittime potrebbe far pensare che il passaggio di un’auto interessante sia stata segnalata da una sorta di basista. Ipotesi investigative su cui si muovono i carabinieri per cercare di capire chi si sia mosso un sabato sera, in un orario tutt’altro che tranquillo nonostante l’emergenza Coronavirus.
Preoccupa l’episodio in quanto tale, ma sopratutto preoccupa il fatto che qualcuno possa mettersi le pettorine dei carabinieri(se la dinamica dell’assalto verrà confermata dopo le prime indiscrezioni) e mettendo a segno una rapina nei termini in cui è successo sabato sera.
A inizio settimana ha fatto rumore la rapina dei finti poliziotti che a Roma hanno fatto bottino pieno in via Castel del Giudice, Roma Est, sulla Prenestina oltre il Raccordo anulare dove si trova un campo nomadi abusivo. In quel caso sono spariti cinquantamila euro di gioielli. Anche in questo caso disinvoltura nel fingersi poliziotti, rapidità di azione e armi per far capire che non scherzavano.

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