Terni, morto in casa a San Giovanni: al centro delle indagini il metadone sequestrato dalla polizia

Terni, morto in casa a San Giovanni: al centro delle indagini il metadone sequestrato dalla polizia
di Nicoletta Gigli
Venerdì 23 Dicembre 2022, 00:17
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TERNI - L’attenzione degli investigatori della squadra mobile si concentra su quei flaconcini di metadone sequestrati nell’appartamento dove Mehdi è stato trovato senza vita.

La tragedia che si è consumata nel cuore del quartiere San Giovanni ripropone lo spettro del metadone che, assunto insieme all’alcol, potrebbe aver causato il viaggio senza ritorno del tunisino che viveva a Terni da quando era bambino.

Il corpo senza vita di Mehdi Tabei, 44 anni, un gran lavoratore padre di sei figli, è stato trovato lunedì notte nell’appartamento di un suo amico, in via Liutprando.

Sul posto i sanitari del 118, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del tunisino, avvenuto in conseguenza della sospetta assunzione di alcol e metadone

Un mix che al 44enne non ha lasciato scampo.

Gli investigatori della questura sono andati a caccia di testimonianze e di tutti gli elementi utili alle indagini. Nella casa dove si è consumata la tragedia sono stati recuperati dei flaconcini di metadone e ora si vuole accertare a che titolo la sostanza, che in genere viene distribuita direttamente da parte delle strutture pubbliche ai pazienti in cura per disintossicarsi, fosse nella disponibilità della vittima.

Sulle delicate indagini pesa un precedente che è impossibile sottovalutare. A luglio 2020 il metadone ceduto in cambio di 15 euro da un tossicodipendente che lo aveva in casa per uscire dal tunnel della droga, causò la morte di Flavio, 16 anni, e Gianluca,15enne.

I due amici quella sera presero il flaconcino col metadone nel campetto del quartiere San Giovanni.

Una piccola dose che, unita all’assunzione di alcol, poche ore dopo fece scivolare dal sonno alla morte i due adolescenti ternani. Il fisico dei due ragazzini, accerterà l’autopsia, non era abituato a fare i conti con gli stupefacenti.

L’autopsia e l’esame tossicologico sul corpo di Mehdi, disposti dal pm, Giorgio Panucci ed eseguiti ieri pomeriggio a Perugia dal medico legale, Daniele Pallini, saranno fondamentali per confermare l’ipotesi investigativa della morte provocata dalla contestuale assunzione di due sostanze che avrebbero causato un viaggio senza ritorno.

A San Giovanni i flaconcini di metadone erano riapparsi anche nell’appartamento di via Varese dove,  a giugno 2021, morì Hamza, 20 anni, marocchino, stroncato da un mix di droga e farmaci. In quella casa la polizia sequestrò diversi flaconi di metadone vuoti.  Alcuni erano intestati alla donna che abitava lì, utente del Serd. Altri invece erano a nome di un 50enne di Arrone, con un lungo passato nel tunnel della droga, che era stato stroncato da un malore due settimane prima della morte di Hamza.  

Lunedì notte l’addio a Mehdi. Col metadone che pare tornare con prepotenza sul banco degli imputati per la morte di un uomo conosciuto da tutti come una brava persona e un infaticabile lavoratore, che aveva tantissimi amici e che però ultimamente sarebbe finito in un giro sbagliato.

La salma di Mehdi è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria e lo sarà fino al termine degli accertamenti che sono stati disposti dal pm, Panucci.

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