Città del Vaticano – A quattro giorni dal voto i vescovi italiani invitano i cattolici ad andare alle urne. «Il voto è una espressione qualificata della vita democratica di un Paese, ma è opportuno continuare a sentirsene partecipi attraverso tutti gli strumenti che la società civile ha a disposizione». Da tempo la Chiesa è preoccupata per la tendenza crescente della gente all'astensionismo in un evidente scollamento della società civile alla politica. «Rivolgiamo un appello agli elettori, ai giovani, a chi ha perso fiducia nelle Istituzioni e agli stessi rappresentanti che saranno eletti al Parlamento».
Naturalmente l'appello della Cei non fornisce alcuna indicazione su chi votare, né offre una traccia sui criteri di scelta.
Ai futuri eletti, deputati e senatori, i vescovi chiedono di volare alto «e non dimenticare mai l’alta responsabilità di cui sono investiti. Il loro servizio è per tutti, in particolare per chi è più fragile e per chi non ha modo di far sentire la sua voce». L’agenda dei problemi del nostro Paese è fitta e i vescovi elencano le zone di sofferenza: le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale. «È il tempo di scelte coraggiose e organiche. Non opportunismi, ma visioni. Vi invitiamo a vivere la responsabilità politica come la forma più alta di carità».
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