Salvini, prove di dialogo con la Cei: togliamo le onorificenze a Tito per le foibe. L'Avvenire: siamo d'accordo

Salvini, prove di dialogo con la Cei: togliamo le onorificenze a Tito per le foibe. L'Avvenire: siamo d'accordo
Salvini, prove di dialogo con la Cei: togliamo le onorificenze a Tito per le foibe. L'Avvenire: siamo d'accordo
di Franca Giansoldati
Domenica 30 Agosto 2020, 10:28
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 Città del Vaticano - Prove di dialogo tra Matteo Salvini e il modo cattolico. Sembrano ormai lontani i tempi dello slogan: Vade retro Salvini. A rompere il ghiaccio è stata una lettera che il segretario della Lega ha inviato al quotidiano l'Avvenire sulla questione delle Foibe. L'occasione si è presentata 
due giorni fa quando è venuta alla luce un’altra fossa comune e Avvenire ha dedicato un ampio resoconto alla scoperta, inquadrandola storicamente e politicamente. La foiba ritrovata stavolta riguarda i resti di almeno 250 persone, per lo più ragazzini «gettati dalla furia sterminatrice del comunismo titino. Non un massacro estemporaneo - scrive Salvini - non una vendetta contro terribili gerarchi, né tantomeno un episodio isolato, quanto piuttosto l’ennesimo atto di una tragedia che ha visto l’uccisione sistematica di migliaia di persone, sia tra la popolazione slava sia nei confronti degli italiani su cui si abbatté un vero e proprio tentativo di genocidio. Genocidio premeditato, cosciente e organizzato».
 
Per questo il leader della Lega chiede venga ritirato dalla Repubblica Italiana la croce di Gran Merito che nel 1969 fu conferita dall'allora presidente Saragat al maresciallo Tito. Una scelta, che «oggi noi abbiamo il dovere di correggere con l'annullamento e la revoca di quel conferimento a uno dei più sanguinosi dittatori del Novecento».

La replica del direttore dell'Avvenire Marco Tarquinio è di sostanziale condivisione: «Credo che il gesto dirompente del ritiro del Cavalierato di Gran Croce al Maresciallo Tito che lei, senatore, propone abbia motivazioni moralmente giuste. Non a caso è una richiesta avanzata da tempo dalle Associazione degli esuli dall’Istria da Fiume e dalla Dalmazia. Non si possono avere dubbi nella scelta tra le Croci incise nei cuori degli infoibati e la Gran Croce italiana attribuita a Tito».

Tarquinio aggiunge di non sapere bene perchè Tito ricevette quell’altissima onorificenza negli anni in cui la sua politica di «non allineamento» con Mosca (che aveva presto portato alla smilitarizzazione del Mar Adriatico) si stava sviluppando ulteriormente, tuttavia ricorda i gesti di Ciampi, Napolitano e Mattarella che hanno ripetutamente compiuto per riconciliare la memoria degli italiani di Fiume che sono stati profughi in patria e non sempre e non ovunque bene accolti.

Naturalmente le distanze tra Salvini e l'Avvenire restano (ben visibili) sul fronte dei migranti - un tema che viene affrontato da ambo le parti con enfasi, a sottolineare una differente visione d'approccio, benchè Salvini abbia ricordato al giornale dei vescovi il lavoro fatto da Ministro per realizzare e stabilizzare i corridoi umanitari. 

La lettera di Salvini resta di fatto un primo importante passo per tentare di ricucire con il mondo della Chiesa. Se l'Avvenire (e la Cei) non possono ignorare che tanti cattolici votano Lega, allo stesso modo a Salvini riesce difficile non evidenziare i punti in comune che stanno affiorando ultimamente con l'arcipelago cattolico. All'ultimo capitolo - quello delle Foibe - si sono aggiunti argomenti di convergenza assai importanti. Il primo riguarda il tema della difesa del genocidio armeno.

L'Avvenire è uno dei pochissimi giornali italiani ad avere pubblicato la lettera di una parlamentare armena - Maria Karapetian, presidente dell'intergruppo parlamentare di amicizia Italia-Armenia -  che difendeva le tesi del suo paese. Poi il tema della difesa della vita emerso con la pillola RU486, l'indebolimento degli istituti educativi cattolici paritari che ricevono dal governo Conte sempre meno attenzioni, il ddl Zan sulla omofobia. 

Tarquinio termina la sua risposta a Salvini precisando che per «perdonare e ricominciare c’è bisogno di non dimenticare e di non occultare nulla. E dico ancora una volta che nessuna "medaglia" e nessun successo politico potranno mai coprire e giustificare il sangue degli innocenti».

Naturalmente il giornale della Cei non manca di lanciare un assist a Salvini augurandosi che la Lega possa sostenere le iniziative umanitarie e per il governo dei flussi migratori che le autorità italiane ed europee si accingono a esaminare e concordare il prossimo 23 settembre.

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