Aldo Balestra
Diritto & Rovescio

Giovani più isolati?
Investiamo su di loro

Mattarella premia i giovani "Alfieri della Repubblica"
Mattarella premia i giovani "Alfieri della Repubblica"
Aldo Balestradi Aldo Balestra
Venerdì 17 Maggio 2024, 13:12 - Ultimo agg. 18 Maggio, 16:07
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«Disagio giovanile, un fenomeno che non si può ridurre a pochi numeri» (Openpolis, 13/05/2024)
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«Il Covid è stato come una guerra». Quante volte abbiamo ascoltato, o noi stessi pronunciato, questa frase nella piena convenzione che una pandemia globale come quella che abbiamo vissuto non poteva passare lasciando uguale il “mondo di prima”.

Le cifre di questa guerra sono note, finora oltre 7 milioni di morti, e abbiamo certezza scientifica che prima o poi altre pandemie sconvolgeranno il pianeta o parti di esso. Come ogni guerra, poi, ci sono le vittime indirette, quelle che da questa vicenda hanno conseguenze più o meno stabili altrettanto preoccupanti e costose sotto il profilo del trattamento.

La categoria forse più colpita è quella dei ragazzi che, nel pieno del loro sviluppo intelletivo, di apprendimento e di socializzazione, si sono visti chiudere in casa per motivi che non sempre, e non per tutti, erano comprensibili e accettabili.

Openpolis ha svolto un interessante studio sul fenomeno, interessandosi delle conseguenze. Delle più evidenti si parla da tempo e ci sono opinioni diversificate: il disagio tra le generazioni più giovani è aumentato, con l'isolamento e il ricorso esclusivo a relazioni esclusivamente con i social, l'aumento delle esplosioni di violenza vengono da taluni osservatori ricondotte a quel "black out" di relazione e così via. Sull'apprendimento le conseguenze della didattica a distanza sono pressocchè innegabili, accentuati soprattutto tra le famiglie economiche più disagiate con un gap di apprendimento e impoverimento più evidenti tra le classi sociali più basse. Per non parlare di molti disturbi alimentari, di cui il "sistema salute" pagherà il prezzo.

Il 9,7% degli studenti, secondo Openpolis, è in dispersione implicita nel 2022 (i ragazzi finiscono le scuole senza competenze adeguate). Erano il 7% nel 2019, prima della pandemia. «Il fenomeno - si chiarisce - ha riguardato soprattutto gli studenti svantaggiati: 12% gli studenti di famiglia in condizione medio-bassa in dispersione implicita nel 2022. Erano l’8% nel 2019. La dimensione del disagio non è solo materiale: è anche educativa, come testimoniato dal calo degli apprendimenti. Nonché sociale e psicologica».

Un quadro preoccupante, unito al dato del 14% dei minori in povertà assoluta nel 2023. Ma ci sono anche dati positivi, che indicano possibili strade di socializzazione e crescita dei giovani, emersi nel 2022. Sale al 6,4% la percentuale dei giovani tra i 14 e 17 anni che hanno prestato attività gratuite in associazioni di volontariato. In crescita rispetto all’anno precedente (3,9%).

C'è dunque una ritrovata voglia di socializzare, rendersi utili, protagonisti. Lo si è visto ad esempio in Emilia Romagna con la disastrosa alluvione, ed ovunque la natura lasci traccia della sua ribellione all'azione dell'uomo e ai mutamenti climatici. E' in crescita la voglia di stare in mezzo agli altri, di “darsi” piuttosto che ricevere soltanto. In tal senso come non essere orgogliosi di quegli “Alfieri della Repubblica” che il presidente Mattarella ha voluto recentemente premiare, perché protagonisti di gesti di generosità particolarmente encomiabili? E come non apprezzare il gesto di incoraggiamento del Capo dello Stato nei confronti di Asia, la ragazzina di Sala Consilina malata di tumore che sui social racconta la sua malattia, epperò impietosamente presa di mira dagli haters sui social perché ha perso i capelli?

Ecco, i giovani con le loro ansie, le loro paure ma anche con le tante naturali potenzialità ed energie sono fra noi. Non facciamo finta di ignorarli o, peggio, non esprimiamo giudizi sommari. Sta a noi stimolarli, incitarli, accompagnarli. L'investimento su di loro non è solo per il loro futuro. E' per il futuro stesso.
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«La gioventù cerca un cuore che capisca, più che una luce che illumini» (Papa Giovanni XXVIII)

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