Alfieri, sotto inchiesta per l'appalto della pubblica illuminazione: «Favorita l'azienda di famiglia»

Dubbi sul sub-appalto della Dervit alla Alfieri Impianti Srl su Capaccio Paestum e Battipaglia: avvisi ad altri cinque tra cui la sorella del sindaco-presidente

Franco Alfieri
Franco Alfieri
Carmen Incisivodi ​Carmen Incisivo
Martedì 30 Gennaio 2024, 23:44 - Ultimo agg. 31 Gennaio, 18:14
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La Procura di Salerno torna ad accendere un faro sull’attività amministrativa nella quale è coinvolto il sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri. Attività che frutta al politico, uomo forte del presidente De Luca che ironizzò sulla sua capacità di raccogliere consenso anche offrendo «fritture di pesce», un nuovo avviso di garanzia relativamente agli appalti della pubblica illuminazione tra Piana del Sele e Cilento. Le ipotesi di reato contestate sono corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Assieme a lui sono indagati Alfonso D’Auria (titolare di una procura speciale per Dervit), l’imprenditore Vittorio De Rosa (titolare della ditta Dervit, aggiudicataria degli appalti finiti nel mirino della Procura); Elvira Alfieri, sorella del sindaco-presidente e titolare dell’impresa Alfieri Impianti Srl; Andrea Campanile (componente dello staff del sindaco Alfieri) e Carmine Greco (responsabile unico del procedimento). Cuore dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Salerno ed affidata ai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno, diretti dal tenente colonnello Claudio Molinari e al gruppo comando di Eboli, sarebbe l’appalto della pubblica illuminazione del centro cilentano. I fatti oggetto d’indagine sono temporalmente localizzati tra agosto ed ottobre 2023. Le fiamme gialle hanno eseguito, ieri mattina, un’intensa attività di perquisizione nei «luoghi di lavoro» del sindaco-presidente e delle altre persone finite sotto inchiesta. Alle sette in punto i finanzieri erano in via Roma a Salerno, in attesa di entrare a palazzo Sant’Agostino, sede della Provincia, arrivati in loco ancor prima dei dipendenti dell’ente. Medesimo copione è andato in scena al Comune di Capaccio Paestum, al Comune di Battipaglia e nella città di Agropoli, precisamente a corso Garibaldi, sede dello studio legale di Alfieri, difeso dall’avvocato Domenicantonio D’Alessandro.

Al termine delle perquisizioni, i militari avrebbero sequestrato atti e documenti inerenti l’appalto per la gestione, riqualificazione e manutenzione dell’impianto di pubblica illuminazione. I dubbi della Procura salernitana si sono addensati in particolare sul sub-appalto che la Dervit, la ditta di Roccadaspide titolare dell’appalto col Comune di Capaccio Paestum e con quello di Battipaglia (come di altri centri del Salernitano) avrebbe chiuso con società terze, in particolare con la Alfieri Impianti di Torchiara, ditta – sostengono gli inquirenti – riconducibile a Franco Alfieri, indicando anche la partecipazione in quota societaria della figlia del politico oltre che della sorella Elvira e del fratello Domenico. Oggetto di approfondimento sono stati anche computer, strumenti informatici e cellulari. L’attenzione degli investigatori si è soffermata su due gare ritenute quasi gemelle bandite da due stazioni appaltanti, il Comune di Battipaglia e quello di Capaccio Paestum. Sussisterebbero diversi indizi che lasciano presupporre che l’aggiudicazione della gara del centro cilentano e quella della città capofila della Piana del Sele sia stata preceduta dalla stipulazione di un patto corruttivo tra il sindaco Alfieri e Vittorio De Rosa, titolare di Dervit. Per entrambe le procedure la ditta aggiudicataria era, appunto, la Dervit, che ha poi concesso in subappalto i relativi lavori alla Alfieri Impianti Srl, riconducibile alla famiglia del sindaco. Immediatamente dopo il consolidamento dei rapporti tra le due imprese, Dervit si sarebbe aggiudicata un appalto da 2,2 milioni di euro partecipando “a una procedura a evidenza pubblica connotata da una serie di rilevanti anomalie”.

Riguardo la procedura di Battipaglia dalle indagini emergerebbe che la Alfieri Impianti avrebbe emesso fatture a Dervit per oltre 400mila euro per i lavori che la società di De Rosa avrebbe avuto in consegna dalla stazione appaltante solo giorni dopo. Rispetto, invece a Capaccio Paestum, viene rilevato che Dervit è l’unica azienda, tra le dieci invitate a partecipare alla procedura, a presentare offerta risultando quindi vincitrice dell’appalto. 

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Non si è fatto attendere il commento del sindaco-presidente Alfieri che ha palesato ottimismo e fiducia: «Cielo sereno non teme tempesta - fa sapere attraverso una nota diffusa nel pomeriggio di ieri - esprimo piena fiducia nella magistratura e negli organi inquirenti con la certezza che presto si farà chiarezza nell'interesse mio, degli enti che amministro e dei cittadini che ogni giorno mi rinnovano la loro fiducia. Continua - prosegue - il mio impegno come sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno con la dedizione, la determinazione e la tenacia che da sempre mi appartengono e da sempre contraddistinguono il mio agire».

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