Napoli, sequestrata la pizzeria dal Presidente: «Così finanziava il clan Contini»

Le indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli

La pizzeria «dal Presidente»
La pizzeria «dal Presidente»
Martedì 14 Maggio 2024, 09:14 - Ultimo agg. 15 Maggio, 07:04
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Anche la società che gestisce la notissima pizzeria del centro storico di Napoli «dal Presidente», che si trova in via dei Tribunali, sarebbe riconducibile al clan Contini: è quanto emerge dalle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli che hanno portato all'arresto di cinque persone (tre in carcere e due ai domiciliari).

La Dda partenopea (pm Alessandra Converso e Daniela Varone) contesta il trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la camorra. La pizzeria è stata sequestrata dai finanzieri insieme con altri beni.

La pizzeria

La pizzeria «Dal presidente», chiamata così perché aperta dal pizzaiolo che preparò la pizza all'allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, si trova in uno dei due decumani del capoluogo partenopeo, meta turistica tra le più frequentate in città. Il valore dei beni sequestrati oggi dai finanzieri ammonta a circa 3,5 milioni di euro.

 

L'impresa di ristorazione sarebbe stata acquistata grazie all'apporto economico e alla «protezione» fornita da un esponente di spicco del clan, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei relativi proventi anche dopo la sua detenzione conseguente a una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Le risultanze investigative e dei social network avrebbero permesso di stabilire che la società era gestita, di fatto, dal cognato del detenuto, anch'egli gravato da numerosi precedenti penali, il quale si sarebbe poi affrancato dalla joint venture criminale avviando una nuova attività nel campo della vendita di prodotti da forno.

Gli arresti

Tra i cinque arrestati oggi a Napoli per l'inchiesta su camorra e riciclaggio anche Massimiliano Di Caprio, 50 anni, direttore della pizzeria “Dal Presidente”, di via Tribunali, nel centro storico di Napoli, una delle più note della città, oggi sequestrata dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli nell'ambito di un'indagine antiriciclaggio che riguarda il clan Contini.

Figura anche un poliziotto, oggi in servizio alla stradale di Avellino, tra le cinque persone arrestate oggi nell'ambito dell'indagine del Gico del Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Napoli e della DDA (pm Converso e Varone) sulle attività di riciclaggio del clan Contini, componente di rango della federazione malavitosa denominata «Alleanza di Secondigliano».

L'agente è stato condotto ai domiciliari dai finanzieri e dalla Squadra Mobile di Napoli. Gli viene contestata l'intestazione fittizia di una società per la produzione e vendita di prodotti da forno.

Le indagini

Le indagini, corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avrebbero consentito di appurare anche la fittizia intestazione di un'impresa individuale operante nel settore dei servizi turistici, che il precedente titolare sarebbe stato costretto a dismettere con minacce, percosse e intimidazioni, e di sette immobili di pregio siti nel capoluogo partenopeo.

Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell'acquisto di beni immobili ben 412.435 euro versati in contanti con reiterate operazioni sui conti societari e personali. Il denaro è stato sequestrato oggi insieme con le quote delle società, l'impresa individuale e gli immobili intestati a prestanome: il valore complessivo è stato stimato in oltre 3,5 milioni di euro. 

Gli incassi di un ristorante utilizzati per finanziare il clan Contini e mantenere i detenuti, ma anche per creare un'attività di pianificazione. Cinque persone sono finite in manette, sotto sigilli beni per tre milioni di euro, nell'ambito di un'operazione condotta dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con la Squadra Mobile della Questura di Napoli, che stamattina hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di cinque persone (tre in carcere e due agli arresti domiciliari) gravemente indiziati dei reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa dell’organizzazione camorristica denominata clan Contini.

L’attività investigativa avrebbe permesso di accertare l’intestazione fittizia di due società nel settore della ristorazione e panificazione per agevolare il raggiungimento delle finalità illecite del predetto sodalizio e per il sostentamento dei detenuti e delle rispettive famiglie, si legge in una nota della Procura guidata da Nicola Gratteri. L’impresa di ristorazione del centro storico di Napoli sarebbe stata acquistata grazie all’apporto economico e alla “protezione” fornita da un esponente di spicco del clan, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei relativi incassi anche dopo la sua detenzione conseguente ad una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

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