Galleria Toledo, a Napoli la prima nazionale de «I cioccolatini di Olga»

La storia liberamente ispirata a «L'orgia di Praga» con la regia di Laura Angiulli

I cioccolatini di Olga
I cioccolatini di Olga
Lunedì 20 Maggio 2024, 17:02
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Prima nazionale alla Galleria Toledo, teatro stabile d’innovazione ai Quartieri Spagnoli, da giovedì 23 maggio 20.30 a domenica 26 maggio 2024, per «I cioccolatini di Olga», liberamente ispirato a L'orgia di Praga di Philip Roth, drammaturgia e regia Laura Angiulli, con Alessandra d’Elia e Antonio Marfella. Scena Rosario Squillace, disegno luci del Premio Ubu Cesare Accetta.

«L’orgia di Praga, apparentemente un’operina, pulsa del desiderio d’appartenenza e condivisione - spiega la regista e drammaturga Laura Angiulli - Se la formazione e i più generali caratteri culturali di Philip Roth fanno riferimento al Nord Est di quell’America della quale fin dall’infanzia lui assume in proprio i tratti, le consuetudini, le passioni giovanili proprie di certa popolazione immigrata di più o meno recente generazione -proficuamente insediata in quel contesto d’America - è anche vero che il richiamo delle radici resta forte, e insiste sulle scelte di vita e letterarie dell’autore, e non di rado nell’ampio peregrinare della scrittura lo riporta  indietro, in un andare a ritroso  attraverso le generazioni».

Philip Roth pubblica “L’orgia di Praga” nel 1985, quarto e ultimo capitolo della tetralogia su Zuckerman, alter-ego dello scrittore.

Nathan Zuckerman va a Praga alla ricerca delle novelle inedite del padre del collega scrittore ebreo Zdeněk Sisovský, in esilio in America, e, nella città sotto assedio russo, scopre una sorprendente vitalità.

Philip Roth, voce dell’America, con ironia e metafore, narra del ruolo delle arti e della letteratura in un regime totalitario.  

«C'è il riconoscimento di una distanza avvertita e sofferta dal soggetto scrivente - prosegue Angiulli -, per caso portato dagli eventi in quella terra della sua antica origine, al tempo ancora oppressa dalla violenza della dominazione sovietica.

Le figure, faticosamente, stentatamente si aggirano sulla scena dell’opera, quasi fantasmi nella nebbia offuscante di un diritto di sopravvivenza tanto reclamato quanto  negato, e pure si stagliano per la nettezza della rappresentazione, e si fanno elementi di configurazione di un più ampio spaccato umano che può facilmente essere assunto a segno di una mortificante conduzione di vita, quasi negazione della vita stessa». 

Dal racconto sulle conseguenze impreviste dell’arte, Roth scrisse una sceneggiatura per un adattamento tv mai realizzato.

Laura Angiulli, fondatrice di Galleria Toledo, conclude: «La scelta di trarre un’idea di messinscena dagli umori de L’orgia di Praga si lega idealmente alla già consumata esperienza della traslazione teatrale del romanzo "Le braci” di Sandor Marai felicemente portata alla scena, e al desiderio ancora una volta presente di appuntare lo sguardo su quell’ampio versante d’Europa drammaticamente segnato da espropriazioni di territori e caratteri, di culture, di logos; un’ulteriore occasione di riflessione che pure nel mutato contesto storico-politico degli ultimi decenni cerca di cogliere, nelle leggibili contraddizioni del presente, le tracce di un passato la cui drammaticità non è ancora affidata alla polvere del tempo».

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