La modesta quantità dei cibi rubati (alcuni chili di pasta, una bottiglia d’olio, alcuni pacchi di sale e vari barattoli di salsa) hanno fatto intuire ai carabinieri la pista giusta: si trattava di una “ragazzata”. Ed ieri gli agenti hanno scoperto il bottino e denunciato cinque giovani isolani (fra cui quattro minorenni) che avevano fittato una “casetta” alla Chiaiolella.
Il fatto ha confermato i pericoli del fitto delle “casette”, lasciate libere dai villeggianti dopo l’estate, ai ragazzi minorenni dell’isola, denunciato dal “Gruppo Famiglie”, un’associazione di genitori cattolici. L’associazione ha di recente fatto affiggere un manifesto sui muri dell’isola denunciando l’illegalità di questi affitti. “Siamo preoccupati e smarriti davanti a questo fenomeno della “casetta” in fitto a cui ricorrono i nostri figli che così sfuggono ad ogni controllo e si riuniscono per consumare, fra l’altro bevande alcoliche e sostanze stupefacenti – dicono i genitori. La “casetta” è un pericoloso incentivo a trasgredire”.
Ribattono alcuni giovani: “Il disagio giovanile ha altre ragioni.
I genitori si preoccupassero di cercarle nella crisi che vivono le famiglie”. L’isola si divide sul problema. Alcuni pensano che sia anche una questione di ordine morale, oltre che legale, non fittare la “casetta” ai minorenni. Riflette un vecchio pescatore sulla banchina: “Quando ci sono di mezzo i soldi, ormai anche da noi, si fa finta di non sentire, non vedere, non capire”.