Università, iniziati test ammissione professioni sanitarie: oltre seimila i candidati

Università, iniziati test ammissione professioni sanitarie: oltre seimila i candidati
Venerdì 4 Settembre 2015, 12:07 - Ultimo agg. 16:08
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«Fare l'infermiere mi è sempre piaciuto, so che c'è anche la possibilità di lavorare subito e questo aumenta la passione. Per lavorare sono pronto anche ad andare all'estero, anzi forse è anche meglio». Così Mario, neodiplomato di Casal Di Principe, in provincia di Caserta, racconta il percorso che lo ha portato oggi al Palapartenope.



Il tendone usato sin dagli anni Ottanta per i concerti, oggi ha infatti accolto una parte dei 6.000 ragazzi campani che hanno provato il test per l'ammissione all'università per le professioni sanitarie: dall'infermiere al fisioterapista, dal radiologo al logopedista. Un piccolo esercito suddiviso tra la Sun (la Seconda università di Napoli), che ha portato le aspiranti matricole al Palapartenope, e l'Università Federico II, che ha aperto i cancelli del polo di Monte Sant'Angelo per accogliere in 50 aule i 3231 partecipanti al test. All'ateneo federiciano risultavano 3439 domande, quindi si sono presentati quasi tutti.



E infatti sin dal primo mattino la strada che costeggia il complesso universitario di Fuorigrotta era invasa di auto parcheggiate, quasi come in occasione delle partite di cartello del Napoli nel vicino stadio San Paolo. Un fiume di ragazzi che ha imboccato ordinatamente le aule, con uno stuolo di familiari ad aspettare nervosamente all'esterno, sperando in un futuro di certezze per i loro figli.



Per la Sun, invece, i 2984 aspiranti sono stati divisi tra il Palapartenope (in cui c'è stato anche un black out di circa un minuto, recuperato alla fine) e il vicino Palabarbuto, che ospita di solito la squadra di basket, mentre le rovine del vecchio Palargento sono state trasformate in un surreale parcheggio.



La prova è partita regolarmente alle 11. Nel foglio 60 domande, con dentro matematica, biologia, chimica, test di logica e due domande di cultura generale: una sul significato di «guerra fredda», l'altra che chiedeva conto della manzoniana espressione «sciacquare i panni in Arno». «Il test è stato piuttosto semplice - racconta all'uscita Cristian, diciottenne di Caserta - mi sono preparato per quello di medicina e con questo non ho avuto problemi».



Molti hanno lasciato delle domande in bianco nel dubbio, altri hanno portato con sé il retaggio delle «materie ostiche» al liceo, come Gaetano, di Lusciano, in provincia di Caserta: «Le comande di chimica erano un po' difficili, ma in quella materia non sono mai andato bene neanche a scuola», confessa.
Tante speranze ma anche qualche retaggio ereditario duro a morire: «Sono qui - confessa Elia - perché vorrei fare il radiologo. È un lavoro che mi piace e poi... mamma lavora in una clinica».


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