Lavoro, Istat: «Più lavoro per gli over 55, meno per i giovani». E le donne... | Leggi

Lavoro, Istat: «Più lavoro per gli over 55, meno per i giovani». E le donne... | Leggi
Mercoledì 20 Maggio 2015, 11:17 - Ultimo agg. 11:22
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ROMA - AAA Cercasi lavoro. L'occupazione è tornata a crescere nel 2014 per i lavoratori «più anziani», con 320 mila occupati in più over55 (in aumento dell'8,9%) mentre continua a calare per i più giovani che vedono una contrazione di 46 mila posti (-4,7%) per gli under25 e di 148 mila posti per gli under35 (-2,9%). Lo rileva l'Istat.



IN 2,4 MILIONI DI FAMIGLIE LAVORA SOLO LA DONNA La quota di famiglie in cui la donna è l'unica ad essere occupata «continua ad aumentare». Lo rileva l'Istat nel rapporto annuale. Nel 2014 la percentuale ha raggiunto il 12,9%, pari a 2 milioni 428 mila nuclei. Ci si fermava al 12,5% nel 2013 (2 milioni 358 mila). Nel 2008 erano invece solo il 9,6% (1 milione 731 mila).



IRREGOLARE PIÙ DI UN OCCUPATO SU DIECI In Italia risulta irregolare più di un occupato su dieci. Lo rileva l'Istat nel rapporto annuale, spiegando come il tasso, frutto di una nuova metodologia, si aggiri intorno al 12,6% per il 2012. Guardando alla media relativa al triennio 2010-2012, l'Istituto stima 2,3 milioni di irregolari. In occasione della revisione dei conti nazionali che ha accompagnato l'introduzione del nuovo Sistema europeo dei conti, l'Istat ha infatti adottato una nuova metodologia di stima della componente non regolare dell'input di lavoro. Il sistema, spiega sull'utilizzo, si basa sull'utilizzo dei microdati della Rilevazione sulle forze di lavoro integrati con le informazioni contenute negli archivi amministrativi che tracciano l'occupazione regolare. A fronte di un'incidenza media del 12,6%, per l'Istat «appaiono consistenti le differenze settoriali: l'irregolarità ha, infatti, un'incidenza del 21,9% sugli occupati in agricoltura, del 6,6% nell'industria in senso stretto, del 14,7% nelle costruzioni e del 13,3% nei servizi, con punte in quest'ultimo comparto che toccano il 16,3% nel settore degli alberghi e dei pubblici esercizi e un valore particolarmente elevato nel comparto del lavoro domestico (54,6%)» L'integrazione tra microdati della Rilevazione sulle forze di lavoro e fonti amministrative consente, sottolinea l'Istat, «ulteriori approfondimenti sull'articolazione della componente non regolare dei soli occupati residenti nella media del triennio 2010-2012. Risultano confermati alcuni fenomeni stilizzati: quote di irregolarità più elevate caratterizzano la componente femminile, i cittadini stranieri, gli indipendenti, i giovani e gli anziani, i meno istruiti, il Mezzogiorno e i settori notoriamente a rischio». Tuttavia, spiega, «oltre la metà dei circa 2,3 milioni di irregolari stimati in media nel triennio 2010-2012 sono uomini, poco più dell'80% cittadini italiani, oltre la metà in un'età compresa fra 35 e 64 anni, uno su sei ha frequentato l'università, più della metà lavora nelle regioni del Centro-nord, due terzi sono lavoratori dipendenti, uno su tre svolge attività di tipo tecnico-professionale o impiegatizio, poco meno della metà sono coniugati».



'TRAPPOLA' DISOCCUPAZIONE, DURATA MEDIA 2 ANNI La crisi ha trasformato la disoccupazione in una 'trappola' da cui è difficile uscire: in Italia, dati aggiornati al 2014, chi è «alla ricerca di un'occupazione lo è in media da 24,6 mesi», cioè da oltre due anni, e «da 34 mesi se ricerca il primo impiego». Lo rileva l'Istat, sottolineando come i tempi diventino sempre più lunghi. A confronto con l'anno precedente, infatti, la durata media della disoccupazione è aumentata di 2,3 mesi (quasi tre mesi per chi cerca la prima occupazione). Tanto che, sottolinea sempre l'Istat nel Rapporto annuale, l'incidenza dei disoccupati di lunga durata sul totale supera il 60%. Insomma trovare un posto appare impresa di non poco conto, ecco che in tanti ci rinunciano, almeno stando ai dati sul 2014, con l'Istat che conta oltre due milioni di scoraggiati tra il totale degli inattivi (15-64anni).



CALA DISAGIO, MA RESTA GRAVE PER UNA FAMIGLIA SU 10 Oltre una famiglia su 10 si trova in grave disagio, nell'impossibilità di sostenere spese per determinati beni o servizi. Lo rileva l'Istat che registra un calo dell'indicatore di grave deprivazione materiale all'11,4% nel 2014 dal 12,4% del 2013. Il disagio colpisce soprattutto i genitori soli, le famiglie numerose o con disoccupati.



PER MEZZO MILIONE PRECARI STESSO LAVORO DA OLTRE 5 ANNI Oltre mezzo milione di precari, l'Istat li definisce «atipici», svolge lo stesso lavoro da almeno cinque anni. È quanto emerge dal rapporto dell'Istituto di statistica che conta nel 2014 circa 524 mila persone in questa condizione di 'stallo', tra contratti a tempo determinato e collaborazioni.