Scuola, un'ora obbligatoria per far conoscere le religioni

Scuola, un'ora obbligatoria per far conoscere le religioni
Domenica 11 Gennaio 2015, 17:08 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 20:48
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​Far conoscere la storia di tutte le religioni a scuola. Lo propone Francesca Campana Comparini, organizzatrice del Festival delle Religioni sostenendo che, alla luce di quanto avvenuto in Francia, sia doveroso inserire l'ora di religione nell'educazione scolastica nella lista delle materie obbligatorie.



«La storia delle religioni, non di una, ma di tutte le religioni, è la storia del mondo. È la sua filosofia. È la sua sociologia. È la sua economia. Uno Stato multiculturale non è uno stato a-culturale. Deve far capire tutto, perchè comprendendo si conosce e conoscendo si riconosce l'altro. Che non è poi lontano da ciascuno di noi», è detto in una nota. «Oggi più che mai - dice la Campana Comparini in una lettera pubblicata da Corriere.it - in un mondo liquido e multiculturale, anzi talvolta inculturale, è fondamentale conoscere e riconoscersi. Un tempo in un mondo di frontiere era importante conoscere la geografia del mondo. Oggi in un mondo senza frontiere è importante conoscere la geografia dell'uomo e delle sue culture. In primis le culture religiose. Quelle che re-ligono, che quindi legano i popoli, le singole persone a credi fortemente determinanti nelle scelte sociali economiche e politiche. Quelle, in definitiva, che muovono la storia che non è finita ma è mutata».



«Uno Stato ha il dovere di fare un'azione culturale forte nei confronti dei propri cittadini.
Ha il dovere di farli conoscere fra loro. Uno stato è forte non se ha il PIL alto, ma se ha un sistema scolastico eccellente. Perchè non proporre allora l'obbligo dell'ora di storia delle religioni nelle scuole? Sapere i fondamenti di religione è oggi più di sempre indispensabile come conoscere la lingua inglese piuttosto che la storia o la matematica. I fatti di Parigi, che sono anche i nostri, lo denunciano drammaticamente e la nostra scuola non insegna i fondamentali di quello che accade nel mondo. Il mondo corre e anche l'educazione deve procedere di pari passo», ha concluso.
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