Terrorismo, presentata legge su foreign fighters. Alfano: «No infiltrazioni fra i migranti»

Terrorismo, presentata legge su foreign fighters. Alfano: «No infiltrazioni fra i migranti»
Venerdì 23 Gennaio 2015, 12:39 - Ultimo agg. 24 Gennaio, 13:01
4 Minuti di Lettura

Una proposta di legge parlamentare sui foreign fighters, che introduce una specifica fattispecie di reato per i delitti di arruolamento, addestramento e partecipazione ai conflitti armati e che prevede delle aggravanti, con sanzioni penali ed accessorie, come l'automatica perdita della cittadinanza italiana.

Questi, in sintesi, i contenuti della proposta di legge presentata questa mattina alla Camera dal deputato Massimo Artini, vice presidente della Commissione Difesa. Presenti anche la presidente del Comitato Schengen, Laura Ravetto e il deputato Luca Frusone, sempre membro del Comitato. «La proposta di legge - ha spiegato Artini - nasce dal lavoro fatto in questi mesi in Commissione Difesa e Comitato Schengen, ancora prima dei tragici eventi di Parigi. Spero che il Governo, che sta per emettere un decreto e che lo doveva già aver approvato, prenda spunto da questa iniziativa parlamentare, che è collaborativa e che coinvolge tutte le forze politiche».

Secondo quanto riferito, la proposta di legge non andrà in parallelo rispetto al decreto del Governo che dovrebbe essere approvato, come annunciato dal premier Renzi, nella seduta del 28 gennaio in Consiglio dei ministri, «ma si cercherà una sintesi» ha precisato Artini.

Nel dettaglio, la proposta di legge è volta ad introdurre nel codice penale nuovi articoli concernenti i delitti di arruolamento, addestramento e partecipazione a conflitti armati tra Stati o in guerre civili all'estero, con pene come la reclusione, dai 7 ai 15 anni, per chi partecipa ai conflitti, la reclusione tra i 5 e i 10 anni per chi svolge attività di addestramento per la preparazione e l'utilizzo di materiali esplosivi, armi e sostanze nocive e la perdita automatica della cittadinanza acquisita con un criterio alternativo allo juris sanguinis.

«Quello dei combattenti - ha aggiunto Artini - è un problema molto sentito, i numeri stanno crescendo, stiamo a quota 5000 foreign fighters che dall'Europa, con passaporto europeo, si addestrano e vanno a combattere in zone di conflitti armati e guerre civili. L'obiettivo - ha continuato - è quello di creare un deterrente alle persone che anche in Italia vogliono iniziare ad arruolarsi e addestrarsi in paesi come Siria, per poi tornare qui e compiere possibili atti di terrorismo».

«Nella proposta di legge - ha spiegato Ravetto - viene prevista anche l'aggravante per chi porta i bambini sui teatri di guerra, con addirittura sanzioni come il venir meno della patria potestà». «Siamo in attesa del testo che arriverà dal Cdm, - ha aggiunto Frusone - ma occorre fare una riflessione generale sul tema dei foreign fighters, poichè ad oggi le maglie di sicurezza create da Schengen sono ormai troppo larghe, tutti i limiti vengono meno avendo questi personaggi passaporto europeo».

Controlli preventinvi liste passeggeri in aeroporto. Controlli preventivi delle liste dei passeggeri e anche documentali per tutti coloro che arrivano o partono per aree a rischio terrorismo, in particolare del Medio Oriente, oltre ad alcuni paesi africani e balcanici; collaborazione totale con l'Interpol e con le forze di Polizia di tutti i Paesi dell'Unione Europea: sono alcune delle misure annunciate mercoledì scorso dal Viminale e già entrate in vigore anche all'aeroporto di Fiumicino per l'allerta terrorismo a livello internazionale. Nello scalo romano, dove peraltro il livello di attenzione è stato sempre mantenuto su standard elevati, la Polizia di frontiera, viene fatto notare da fonti investigative, quando è necessario vengono fatti controlli specifici «interrogando» anche le apposite banche dati, in stretta collaborazione con le forze di Polizia europea. A supporto degli agenti, sono in azione efficienti unità cinofile antiterrorismo, che impiegano in particolare cani di razza Labrador in grado di fiutare l'eventuale presenza di materiale esplosivo.

Alfano: «Per ora nessuna traccia di terroristi infiltrati fra i migranti». «Ripeto quello che ho sempre detto e che non è smentibile: nessuno può escludere infiltrazioni» di terroristi «tra gli immigrati ma fino a questo momento non ci sono tracce».

Lo ha detto il ministro dell'Interno Alfano ribadendo che «la vigilanza è altissima» e che «la nostra intelligence e le Procure lavorano al massimo su questo fronte».

«Combattere il terrore è una battaglia di libertà», ha continuato Alfano intervenendo ad un'iniziativa in ricordo della Shoah, sottolineando che «la pace non è data per sempre» e dunque «occorre vigilare e stare con le orecchie attente, pronti a combattere una nuova battaglia per la pace, la libertà e la democrazia». «I fatti di questi mesi - aggiunge il titolare del Viminale - ci ricordano ancora oggi che la lotta contro il terrore e la paura è una lotta che è parte integrante delle battaglie dei paesi occidentali e delle democrazie». Ci sono persone, sottolinea ancora «che prendono in ostaggio un Dio per uccidere, ma bisogna sempre distinguere tra chi prega e chi spara». Ecco perchè da Parigi arriva una «lezione politica e morale: il cammino per la libertà e la democrazia ha fatto tanti passi ma non è ancora definitivamente compiuto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA