Avellino: fallimento ditta edile Picariello, l'avvocato Sandulli va a giudizio

Dopo la sentenza della Cassazione

Avellino: fallimento ditta edile Picariello, l'avvocato Sandulli va a giudizio
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 12 Gennaio 2024, 09:46
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Fallimento della ditta edile Augusto Picariello, rinvio a giudizio per Emilio Sandulli accusato di peculato. Il giudice dell'udienza preliminare Francesca Spella, ha stabilito che il noto avvocato avellinese difeso da Benedetto De Maio, debba affrontare l'istruttoria dibattimentale che inizierà il prossimo 12 giugno davanti al tribunale in composizione collegiale presieduto dal giudice Roberto Melone. La curatela si è costituita parte civile ed è rappresentata dall'avvocato Enrico Matarazzo. La richiesta di rinvio a giudizio per Sandulli era stata formulata dal pubblico ministero Antonella Salvatore. Il caso era stato sollevato dall'avvocato Paola Forcione che difende gli eredi dell'imprenditore Picariello e che aveva presentato una denuncia a seguito della quale il pubblico ministero procedente aveva chiesto l'applicazione di un sequestro preventivo di 1 milione e 300mila euro.

Importo di cui sarebbe appropriato il noto avvocato avellinese nominato nel 1989, insieme ad altri due professionisti non indagati, componente del comitato liquidatori.

La ditta edile in questione chiudeva con un attivo di un milione e trecentomila, ma il noto professionista, non dichiarava mai chiuso il concordato preventivo, stando a quanto sostenuto dagli inquirenti. Chiusura della procedura di concordato che, alla luce delle voci in attivo, avrebbe riabilitato di fatto la ditta di Augusto Picariello. Nel 2021, dopo vari solleciti anche da parte del titolare dell'azienda, il giudice civile Gaetano Guglielmo, del tribunale di Avellino, provvide a convocare il noto professionista per comprendere le ragioni del suo comportamento sul concordato Picariello.

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Incontro che andò deserto e dunque il giudice Guglielmo lo rimosse dal suo incarico inviando gli atti in Procura, poiché ravvisò ipotesi di reato nella sua condotta. Il pubblico ministero Antonella Salvatore aveva chiesto l'applicazione di un sequestro preventivo per equivalente. Richiesta rigettata dal gip del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi. Decisione confermata anche dai giudici del tribunale del Riesame di Avellino, misure reali, ma prontamente impugnata in Cassazione dal pubblico ministero. Ed è stata la Corte di Legittimità ad annullare le decisioni dei giudici irpini, rinviando gli atti al tribunale di Avellino, che sulla scorta del pronunciamento della Corte di Cassazione ha poi disposto, nel novembre scorso, la misura cautelare del sequestro per equivalente.
 

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