Avellino elezioni, ecco i manifesti senza il volto di Festa

L'ex sindaco non compare sui cartelloni elettorali, c'è invece il candidato del centrosinistra Antonio Gengaro

I manifesti elettorali di Antonio Gengaro, candidato del centrosinistra
I manifesti elettorali di Antonio Gengaro, candidato del centrosinistra
di Rossella Fierro
Giovedì 18 Aprile 2024, 00:05 - Ultimo agg. 14:29
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La campagna elettorale entra nel vivo con la più classica delle battaglie, quella dei manifesti. Ad inaugurarla, con le prime affissioni, è stato Antonio Gengaro, candidato sindaco del centrosinistra, ma immediata è arrivata la risposta dell’amministrazione uscente. Lo squadrone civico di Gianluca Festa ha atteso il primo giorno di commissariamento del Comune per iniziare. Nella mattinata di ieri, infatti, sono apparsi i manifesti 6x3 firmati dall’amministrazione uscente. “Avellino è”, questo il leitmotiv scelto per le elezioni di giugno dalla compagine festiana. Riprendendo il claim utilizzato per cinque anni nella comunicazione istituzionale che ha raccontato la città “enjoy”, altro motto made in casa Festa, i manifesti rivendicano, evidentemente, quelli che sono, ad avviso di assessori e consiglieri uscenti, i risultati raggiunti.

“Avellino è” viva, sostenibile, università, eventi, vivibile, curata. Sono lontani, almeno per il momento, i tempi dei cartelloni del 2019 che riportavano il viso sorridente di Festa. Al momento, infatti, non è ancora chiaro se sarà lui a guidare nuovamente la coalizione di maggioranza uscente. Lo stesso Festa, nel comunicare le sue dimissioni dalla carica di primo cittadino, aveva smesso di parlare in prima persona pur assicurando però che l’esperienza amministrativa da lui guidata si sarebbe sottoposta al giudizio degli elettori per la seconda volta. In attesa di capire chi giocherà il ruolo da caposquadra, molto probabilmente il testimone passerà nelle mani della vicesindaca uscente, Laura Nargi, anche se nelle ultime ore si starebbe sondando il terreno per provare a coagulare le forze intorno all’ormai ex presidente del consiglio, Ugo Maggio, le liste festiane sono ormai quasi chiuse. 

E alla squadra da mettere in campo sta lavorando anche Gengaro. Il candidato sindaco di Pd, M5s, Sinistra italiana, Si Può e Controvento, ha iniziato a marcare il territorio elettorale con i primi poster. Se i cartelloni 6x3 e le “vele” usciranno la prossima settimana, il volto di Gengaro immortalato lungo Corso Vittorio Emanuele, accompagnato dalla scritta «Il sindaco degli avellinesi», campeggia già da qualche giorno su manifesti più piccoli affissi negli appositi spazi oltre che alle vetrate del comitato elettorale di Piazza Libertà, lo stesso che cinque anni fa fu scelto dal sindaco uscente. In casa centrosinistra le liste in campo dovrebbero essere tre al massimo quattro. Certe quelle del candidato sindaco, di Pd e Cinque stelle, in forse una quarta compagine più marcatamente di sinistra. 
Il primo però ad aver inaugurato la guerra dei manifesti, seppur proiettandola alla conquista di un seggio al parlamento europeo, è stato Angelo Antonio D’Agostino.

Il profilo del presidente dell’Us Avellino, candidato nella lista di Forza Italia, appare su manifesti e vele a braccia conserte accompagnato dallo slogan “Insieme per riavere voce”. Una candidatura che ha rotto il fronte amministrativo con Festa: l’imprenditore, infatti, ha annunciato che sosterrà Forza Italia anche in città. A testimoniare l’allontanamento tra i due il mancato selfie di rito scattato dopo le vittorie dell’Avellino. Dopo l’1-0 contro il Benevento, D’Agostino si è lasciato immortalare con Rino Genovese, giornalista del Tgr il cui nome è ancora in pole come candidato sindaco del centrodestra. 

Poche ore prima, in consiglio comunale, la maggioranza aveva bocciato l’emendamento della minoranza che chiedeva di inserire nel Documento unico di programmazione il progetto di costruzione del nuovo stadio, lunedì poi la giunta comunale si è accorta che il primo piano del “Samantha della Porta” non poteva essere concesso a titolo gratuito all’Its “Ermete”, fondato da D’Agostino, rettificando in extremis una precedente delibera. 

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