Maddaloni, problema passaggi a livello: piano “congelato”

Non c’è l’accordo tra Regione e Mit, slittano i cantieri. Saltato ancora una volta il cronoprogramma dei lavori

Passaggio a livello di via Appia
Passaggio a livello di via Appia
di Giuseppe Miretto
Domenica 7 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 09:14
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Un investimento, da 70 milioni di euro, e un intero territorio ostaggio di un conflitto di competenze. Scontro, a colpi di cavilli, tra la Regione Campania e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (Mit). Trattativa su un binario morto: non c’è l’accordo sulle procedure esecutive per l’apertura dei cantieri per la soppressione degli otto passaggi a livello urbani e la costruzione del sistema viario alternativo. Surreale ma vero: per il Mit, non basta il parere favorevole regionale, ma urge una relazione tecnica. La Regione invece non vuole deliberare nel merito dell’intervento. In concreto: progetto pronti, finanziamento disponibile, affidamento dei lavori fatto con il metodo dell’appalto integrato e nessun cantiere aperto.

Così, è saltato di nuovo il cronoprogramma. Le opere dovevano essere avviate nel 2022. Poi, causa pandemia, i tempi si sono allungati. Nel 2023, invece, i cantieri attesissimi non sono stati aperti per l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti. Pure il 2024 sarà un anno perso: annullati gli interventi programmati per il primo semestre, sono a rischio quelli per il secondo. Sono passati così sei anni dalla firma solenne del protocollo d’intesa, tra il sindaco De Filippo e l’ex ad di Rfi (Maurizio Gentile) che superava 48 anni di contenziosi sull’omessa eliminazione dei passaggi a livello.

Il sindaco si dice «molto deluso, eppure fiducioso perché sia il Gruppo Fs che la città non possono fare a meno di opere infrastrutturali indispensabili. Entro il 2026, l’Ac/Av Napoli-Bari entra in esercizio. E questo non potrà accadere con la presenza dei passaggi a livello urbani».

Sul piede di guerra le sigle confederali dei trasporti. Sono furenti Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, già protagoniste di esposti alla magistratura sui pericoli per la sicurezza ferroviaria; poi, delle trattative in Prefettura per far siglare a Comune e Rfi gli accordi risolutivi. «È dal 2002 - testimonia e denuncia Angelo Lustro (oggi segretario regionale della Filt-Cgil) - che lotto contro i rischi del ritardato adeguamento delle linea ferroviaria urbana a Maddaloni. E ora, dopo anni di faticosi accordi, c’è ancora qualche burocrate che ignora che i cantieri devono essere aperti al più presto sulla base di sentenze della magistratura e un provvedimento della Prefettura di Caserta (aprile 2018) che ha sospeso temporaneamente la chiusura coatta del passaggio a livello di via Appia (Km 281+200) solo per non dividere in due la città, non penalizzare i cittadini e permettere la costruzione dei sottopassi carrabili e opere accessorie. È una questione di ordine pubblico e di sicurezza. Intervenga di nuovo la Prefettura».

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Il contrasto tra Regione e Mit genera stupore. «Le strade delle burocrazia sono infinite – commenta il sindaco Andrea De Filippo - perché eravamo persuasi che, con l’ultima conferenza di servizi tenuta a dicembre scorso, la parola sarebbe passata alle imprese esecutrici». In realtà, due passaggi a livello periferici (via Sauda e via Lima) sono stati soppressi. Ma sono stati bloccati invece tutti gli espropri dei terreni. Nella migliore delle ipotesi, il mega intervento di soppressione potrebbe partire con almeno 36 mesi di ritardo. Non è dato sapere i tempi di costruzione della “tangenziale esterna” tra la variante Anas e l’A30.

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