Pasqua, spesa più cara l'impennata record delle uova di cioccolato

Marzioli commenta: «speculazione ingiustificata»

Le uova di Pasqua
Le uova di Pasqua
di Mariamichela Formisano
Martedì 26 Marzo 2024, 09:22 - Ultimo agg. 09:23
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Tra rincari e voglia di tradizione, a Caserta è caccia all'offerta tra gli scaffali dei supermercati ancora stracolmi di panettoni. Perché se da una parte l'inflazione si sarebbe assestata intorno allo 0,8% nell'ultimo mese, dall'altra alcune voci di spesa che interesseranno la Pasqua risultano in forte aumento.

Come le uova di cioccolato, per esempio, che quest'anno hanno subito un incremento del 24% partendo da una base del +15,4% registrato l'anno scorso. Colpa dell'impennata dei costi delle materie prime come il cacao, che ha recentemente raggiunto il suo massimo storico a causa dei cambiamenti climatici che stanno rovinano i raccolti, e lo zucchero che ha mostrato un incremento del 72% solo nell'ultimo anno.

Ma c'è anche lo sciacallaggio da parte della grande distribuzione, sostengono Maurizio Gallicola, presidente del Codacons Caserta, e Ovidio Marzaioli, vice segretario nazionale e presidente regionale del Movimento Consumatori. «La prova evidente di questi aumenti ingiustificati, è che riguardano soprattutto i prodotti tipici delle feste - spiega Marzaioli - che poi si sgonfiano subito dopo le feste. Una speculazione che nulla ha a che fare con i rincari di energia e materie prime che pure esistono.

Posso capire l'aumento del cioccolato, causato della crisi internazionale del cacao, ma nulla giustifica rincari che arrivano fino al 40% per il consumatore. Questo tipo di politica va controllata e noi Associazioni, anche grazie alle tante segnalazioni che ci arrivano, possiamo compulsare le autorità competenti come l'Antitrust e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm).

Intanto il consiglio di sempre è quello di controllare i prezzi e di preferire i piccoli negozi di vicinato dove, paradossalmente, si può trovare il prodotto di marca a minor prezzo rispetto al supermercato, più soggetto a rincari anomali».

Dello stesso avviso Gallicola che aggiunge: «I rincari sono ormai ovunque, e negli ultimi tre anni sono senza ritegno. Uno sciacallaggio di extra profitti che fanno soprattutto i grandi marchi della grande distribuzione. Occorrerebbe che il Comitato interministeriale dei prezzi (Cip) stabilisse un tetto massimo di aumenti consentiti in base all'inflazione, così come è stato previsto per l'energia. Prevediamo un controllo dei prezzi alla vigilia della grande festa, con lo sciacallaggio ai prodotti simbolo.

Alle famiglie consiglio di boicottare gli esercizi che aumentano i prezzi in maniera sconsiderata, soprattutto a ridosso delle feste, e preferite sempre il negozio di vicinato». Concorde il presidente di Confcommercio Caserta Lucio Sindaco, secondo il quale nei prossimi giorni il ribasso dei prodotti pasquali sarà considerevole. «Lo dice la legge del mercato - spiega - dove a dettare il pezzo di un prodotto è la domanda. E se questa si contrae, si abbassa anche il valore del prodotto in vendita. È quello che sta succedendo in questi giorni, considerata la scarsa propensione agli acquisti da parte delle famiglie e stando ai dati della Nielsen, la società leader nell'analisi e misurazione del mercato. Gli aumenti ci sono e sono frutto di stratificazioni avvenute negli anni scorsi, ma sono inferiori alle prospettive immaginate rispetto allo scorso anno. E soprattutto nella grande distribuzione sono certo che, nei prossimi giorni, si troveranno prodotti in svendita a prezzi inferiori anche rispetto ai costi di produzione».

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E mentre sono soprattutto i discount ad essere presi d'assalto dalle famiglie per la spesa di Pasqua, il presidente provinciale di Confesercenti Caserta Salvatore Petrella fa notare: «Nonostante il rallentamento degli ultimi mesi dello scorso anno, l'inflazione continua a pesare sulle famiglie che continuano a spendere di più per acquistare di meno, e questo si evidenzia di più nel periodo pasquale. Una dinamica evidente anche nelle vendite del commercio al dettaglio, che nel primo trimestre 2024 segnano un calo del -2.1 in volume. Dopo un 2023, che aveva chiuso con una caduta verticale delle vendite soprattutto per i piccoli negozi, questo inizio d'anno non si è presentato sotto i migliori auspici. Occorre intervenire per ridare ossigeno ai consumi, nel solco della riforma fiscale».

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