Rinnovamento dello Ior, la banca del Vaticano allarga gli orizzonti e cambia governance e statuto

Nella mission solo attività della Chiesa. Definita la rete dei partner e il nuovo organigramma

Rinnovamento dello Ior, la banca del Vaticano allarga gli orizzonti e cambia governance e statuto
di Rosario Dimito
Mercoledì 6 Dicembre 2023, 11:22 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 06:00
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« Offrire servizi bancari e di investimento al servizio della Chiesa Cattolica nel mondo».

C'è questa unicità della missione dello Ior , comunemente conosciuta come la banca del Vaticano nel nuovo corso dell'istituto che ha completato la rigenerazione voluta da Papa Francesco , per tagliare i ponti con gli scandali passati e riaccreditarsi sui mercati, riallacciando rapporti bancari in Italia e all'estero dopo che Bankitalia aveva posto un veto nelle relazioni. Le operazioni opache partirono negli anni '60 con gli intrecci fra lo Ior e Michele Sindona che ebbe da Paolo VI un mandato di riformare la banca vaticana: 1971. L'avvento alla presidenza dell'arcivescovo lituano Paul Marcinkus portò alla vendita di metà della sua quota di maggioranza nella Banca Cattolica del Veneto al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. La svolta moderna è stata un repulisti della governance, forse ancora oggi bizantina che risente fortemente dell'influenza vaticana visto che un istituto di credito ha i cardinali come stakeholders. Lo Ior è ora una banca con una missione votata solo alle attività della Chiesa, come risulta da un documento “Privato e Confidenziale” consegnato nei giorni scorsi alle banche - molte italiane - con le quali ha reimpostato rapporti creditizi, interrotti per molti anni per volontà delle Autorità. L'Istituto per le Opere di religione è l'unico ente dello Stato del Vaticano ad essere autorizzato a svolgere professionalmente attività finanziaria ed è sottoposto alla Supervisione dell'Asif (Autorità di Supervisione e informazione finanziaria) ai fini della prevenzione e del contrasto del riciclaggio . Presidente dell'Asif è da novembre 2019 Carmelo Barbagallo che poco prima aveva lasciato Bankitalia dove era capo della Vigilanza. Dal documento emerge che la clientela dello Ior impegnata in attività apostolica comprende: 49% Congregazioni (50% estere), 26% Enti istituzionali Vaticani, 9% Diocesi da tutto il mondo, 7% Clero, 7% Dipendenti Vaticani, 2% Fondazioni ed altri enti di diritto canonico.

LA RITENUTA

 La restaurazione dello Ior è avvenuta attraverso passaggi.

Nelle carte predisposte per fare luce sulla nuova mission, lo Ior ricorda che nel 2015 la Santa Sede e gli Stati Uniti hanno firmato un accordo per la conformità internazionale sugli obblighi fiscali e l’implementazione del Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA) che è uno strumento per la trasparenza fiscale. Infatti da otto anni «lo Ior è conforme al FATCA: i clienti non sono più soggetti alla ritenuta del 30%», si legge nei documenti. Inoltre dal 2016 è in vigore la “convenzione in materia fiscale fra la Repubblica Italiana e la Santa Sede”: «i clienti italiani assolvono i loro obblighi fiscale tramite lo Ior senza ulteriori dichiarazioni». L’istituto che ha sede nel Torrione del Vaticano si è sottoposto così a una pulizia generalizzata che gli ha fruttato un riaccreditamento sul mercato. Durante la lunga fase di “quarantena”, il papato di Benedetto XVI, tedesco di nascita, fece sì che i rapporti interbancari transitassero tramite Deutsche bank mentre per la gestione dei pos, fino ad allora assicurata dal CreVal (ora incorporato nel Credit Agricole Italia), lo Ior si rivolse alla società svizzera Six che nel 2018 è confluita in Worldline Schweiz. In epoca molto recente, Bankitalia ha tolto il veto alle banche italiane di intrattenere rapporti interbancari con lo Ior. E infatti nel capitolo enfatico “Una rete di partner finanziari in continua crescita” sono riportati i nomi delle istituzioni finanziarie italiane ed europee con cui ci sono rapporti interbancari (cambi, tesoreria, bonifici, prestito titoli): Intesa Sanpaolo, Mps, Popolare di Sondrio, Banco Bpm, Santander, Ubs, Bayerische Landesbank, Deutsche bank, Rabobank Nederland, Citibank, Bank of New York, Bank of Montreal, Commonwealth Bank of Australia. Controparti di mercato sono: Intesa Sp, Santander, Caixa bank, Mediobanca, Toronto Dominion, Natixis, Saiwa Capital, Deutsche bank, Rbc Capital, Barclays, Citibank, Mitsubishi, Mizuho, Nomura, Sumitomo, Ubs, Rabobank, Ing, Bank of Montreal. Infine banche depositarie sono Ubs, Euroclear, Clearstream, Federal reserve.

IL RICAMBIO

 Ma il vero rinnovamento è avvenuto nella governance con un nuovo statuto e il ricambio degli organi. Il consiglio di sovrintendenza è responsabile della definizione e approvazione delle linee strategiche e delle politiche dell'istituto. È composto di sette membri di riconosciute competenze, nominati dalla Commissione Cardinalizia, con mandato di cinque anni. Presidente Jean-Baptiste Douville de Franssu, membri Mauricio Larraín (vicepresidente), Georg Freiherr von Boeselager, Sir Michael Hintze, Scott C. Malpass, Javier Marín Romano. Sotto la Commissione c'è il Consiglio di Sovrintendenza che ha nominato Prelato mons. Battista Mario Salvatore Ricca che svolge il ruolo di segretario degli incontri della Commissione cardinalizia e assiste agli incontri del Consiglio di Sovrintendenza che ha a riporto il management guidato dal direttore generale Gianfranco Mammì e il responsabile internal audit Stefano Grignani (ex Citi). A doppio riporto fra Sovrintendenza e dg ci sono il Risk Management Aurelio Amaduzzi (ex Amex) e la compliance Luigi Chirolli (ex Intermobiliare). Sotto a cascata i responsabili delle varie funzioni, rinnovati negli ultimi tempi. Il cfo Giovanni Boscia (ex Salomon e Lehman), Risorse umane e organizzazione Andrea Caliani (ex Mps), Legale e Affari societari Pietro Salera (ex Bbva), Clientela CCO Alberto Castelli (ex Intesa Sp), IT Operations COO Mammì (ad interim) . A Castelli riportano Luca Saletti (ex Finastra), Agenzia Luciano Barone; a riporto di Boscia ci sono Maria Teresa Carone (Bilancio), GPM Michele Di Marco (ex Mps), Finanza e Tesoreria (Andrea Pazzaglia ad interim). A Mammì, invece, Operazioni Gianfranco Titotto, Ict Alessandro Poerio (ex Pop Bari). 

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