Gli Houthi che assaltano le navi mercantili e minacciano di complicare ancor più il disordine mondiale sono un gruppo di 20mila combattenti che controlla da qualche anno il Nord dello Yemen. Appartengono al ramo zaidita dell’Islam sciita, e sono quindi sostenuti dall’Iran, che per il 90% è sciita. L’Arabia Saudita, dove invece predomina l’Islam sunnita, li combatte da tempo, ma senza grandi risultati. Le guerre tra sciiti e sunniti hanno fatto nel mondo islamico molte più vittime che gli attentati dei fondamentalisti in Occidente, ma di queste stragi si parla poco. Gli sciiti credono che Alì, cugino e genero di Maometto, fosse stato esplicitamente designato a succedergli, e che i primi tre califfi furono usurpatori; i sunniti riconoscono invece la legittimità di questi califfi. I sunniti credono anche che il Corano sia eterno come Dio, gli sciiti pensano invece che sia stato creato, e per tutto questo si combattono.
Gli Houthi avrebbero potuto limitarsi a gestire i guai del loro paese, che sono tanti, ma hanno bisogno dei soldi e delle armi dell’Iran e aiutano gli Ayatollah copiandone persino gli slogan. In Iran dicono «morte agli Usa e a Israele», nel nord dello Yemen oggi le truppe sfilano gridando: «Allah è grande, morte agli Usa e a Israele». Gli Houthi prendono il nome dal loro fondatore, Hussein Badreddin al-Houthi, che negli anni ‘80 voleva opporsi all’influenza dell’Arabia Saudita nello Yemen, che è a maggioranza sunnita.
IL POTERE
Ne è seguita una guerra civile durata sette anni, che ha causato per l’Onu 377.000 vittime e 4 milioni di sfollati. Questa guerra non è mai ufficialmente finita, ma gli Houthi l’hanno vinta. Lo Yemen ha un governo riconosciuto internazionalmente, ma loro controllano la parte del paese più ricca e strategica, quella che affaccia sullo stretto di Bab el-Mandeb, la «Porta del lamento funebre», che congiunge il Golfo di Aden con il Mar Rosso e il Canale di Suez. Dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre e la dura reazione di Gerusalemme, gli Houthi hanno ribadito il loro sostegno ai terroristi palestinesi e hanno cominciato a lanciare razzi verso Israele. Glieli fornisce l’Iran, che non può lanciarli direttamente senza scatenare una guerra in Medio Oriente che quasi certamente porterebbe alla fine del regime degli Ayatollah, e Teheran fa quindi finta che non siano suoi. Così come nega di avere fornito i razzi antinave a lungo raggio Fajr-4CL e «Al-Bahr Al-Ahmar» che gli Houthi mostrano però nelle parate, e che oggi sono usati contro le navi dirette a Suez con la scusa di vendicare le vittime civili di Gaza. Ma in gioco c’è altro: gli Houthi stanno ricevendo consensi in gran parte del Medio Oriente perché sono una forza regionale che sfida lo Stato ebraico e cercano di avere un impatto e un riconoscimento globale. Il loro vero nemico è però l’Arabia Saudita, che stava aprendo a Israele e cercando di contenere l’Iran. Un progetto promettente, poi qualcuno ha ordinato ad Hamas di attaccare, e questa speranza si è dissolta.