Yara, fermato il presunto assassino: è il figlio illegittimo di Guerinoni

Yara, fermato il presunto assassino: è il figlio illegittimo di Guerinoni
Lunedì 16 Giugno 2014, 18:17 - Ultimo agg. 18 Giugno, 10:09
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Ha un nome e un volto l'assassino di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra, in provincia di Bergamo, uccisa tre anni e mezzo fa.

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Il fermo. É un muratore, si chiama Massimo Giuseppe Bossetti ed è senza precedenti penali. Bossetti è oroginario di Clusone (Bergamo), ha 44 anni, abita a Mapello, è sposato, ha tre figli, e anche una sorella gemella. É stato fermato a casa sua. Il presunto assassino di Yara è stato fermato dai carabinieri del Ros. Nei confronti dell’uomo è stato emesso già un provvedimento. Si tratterebbe del figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, autista di autobus morto nel '99 e di una donna del luogo, che faceva le pulizie a casa di Yara Gambirasio. Il presunto killer è stato identificato grazie al Dna lasciato sul corpo della vittima. L'ultima conferma sull'analisi scientifica era arrivata nell'aprile scorso contenuta nella relazione dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo, la stessa esperta che aveva eseguito l'esame sulla salma della giovane vittima uccisa a Brembate il 26 novembre 2010.

Nel corso dell'interrogatorio di fronte agli inquirenti nella caserma del Comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, Massimo Giuseppe Bossetti si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. come ha fatto sapere il suo avvocato d'ufficio Silvia Gazzetti. In caserma è stata convocata anche la moglie. L'uomo è titolare di una piccola azienda edile. Gli investigatori gli hanno sequestrato una Volvo.

I familiari del fermato. «Non è il momento»: risponde così, al telefono della casa di Mapello, una donna, molto probabilmente la moglie, di Massimo Giuseppe Bossetti.

I vicini di casa di Bossetti. «Un bravo ragazzo, un muratore in proprio che conduceva una vita tranquilla». Così i vicini di casa di Giuseppe Massimo Bossetti. «Non è di qua», tengono a sottolineare i vicini, «è arrivato qui e si è sposato con una ragazza del posto. Speriamo solo che non sia vero», concludono.

Chi è. L'uomo è il figlio illegittimo dell'autista di Gorno. Fonti investigative confermano quel che la scienza aveva accertato due mesi fa: la compatibilità tra il 44enne, il cosiddetto 'Ignoto 1', e il padre biologico è infatti del 99,99999987%. La certezza scientifica che Ignoto 1 sia figlio illegittimo di Guerinoni, la cui salma era stata riesumata nel marzo scorso, è emersa dal confronto del Dna messo nero su bianco nella relazione consegnata alla procura dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo e si basa sul fatto che due profili genetici non possono coincidere in maniera così infinitesimale tranne che nel caso ci si trovi di fronte a un rapporto di parentela stretto come quello tra padre e figlio.

I tre figli legittimi di Guerinoni, due maschi e una femmina, erano già stati sottoposti al confronto del Dna, ma con esito negativo. L'unica ipotesi plausibile, appunto, è che Guerinoni abbia avuto un figlio illegittimo. Già un precedente confronto del Dna aveva confermato la paternità di Guerinoni: la traccia genetica trovata su Yara era stata infatti confrontata dalla polizia scientifica di Roma e dall'università di Tor Vergata con il Dna dell'autista di Gorno, ricavato da un vecchio francobollo sulla patente di guida di Guerinoni. In quel caso la compatibilità era risultata pari al 99,9999927%.

Il confronto con il profilo genetico estratto da un femore del bergamasco dall'antropologa forense Cattaneo ha dunque garantito lo 0,00000717% di compatibilità in più. All'autista di Gorno gli inquirenti erano arrivati attraverso un suo nipote, un giovane che frequentava un locale situato vicino al campo dove venne trovato il corpo di Yara: gli inquirenti avevano deciso di prelevare il Dna a tutti i frequentatori per raffrontarli con 'Ignoto 1'.

Ricostruendo il suo albero genealogico si era arrivati a Guerinoni, il cui Dna era ancora più simile a quello di 'Ignoto 1'. Per un'altra coincidenza la madre del giovane aveva tra l'altro lavorato per un certo periodo di tempo, in passato, come collaboratrice domestica proprio a casa Gambirasio.

La corrispondenza Secondo gli investigatori che si

stanno occupando del caso Yara vi sarebbe una «perfetta corrispondenza» tra il Dna dell'uomo fermato per l'omicidio di Yara Gambirasio e quello trovato sui leggings della ragazza uccisa. A quanto si è saputo, la madre del presunto omicida ha anche altri figli maschi, ma il Dna avrebbe trovato una corrispondenza solo con quello dell'uomo fermato. Il fermo di Bossetti è stato disposto dal pm Letizia Ruggeri.

Alfano. La conferma del fermo è arrivata direttamente dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. L’uomo è ora in caserma per l’interrogatorio. «Siamo in una fase delicatissima», si è limitato a dire il procuratore della Repubblica di Bergamo, Francesco Dettori. Alfano ha spiegato che si trattava di una persona del luogo, della provincia di Bergamo. Alfano ha aggiunto che «nelle prossime ore, saranno forniti maggiori dettagli». «Ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l'impegno massimo, l'alta professionalità e la passione investiti nella difficile ricerca di questo efferato assassino che, finalmente, non è più senza volto» ha concluso Alfano.

Un mistero lungo tre anni e mezzo. Il mistero si trascina ormai dal 26 novembre 2010, quando Yara, 13 anni, scompare appena fuori dalla palestra di Brembate Sopra. Le ricerche non portano a nulla. Il suo corpo riaffiora esattamente tre mesi più tardi a una decina di chilometri di distanza, in un campo di Chignolo d’Isola, a 200 metri dal comando organizzativo delle forze dell’ordine che la sta cercando.

Il sindaco di Brembate Sopra. «Se è vero siamo felici, era un atto dovuto alla famiglia e a tutta la comunità». Lo ha detto all'ANSA il sindaco di Brembate Sopra (Bergamo). «Da quando è scomparsa da casa, a Brembate, e da quando è stata trovata uccisa a Chignolo Po (Bergamo), attendevamo questo momento. Ringrazio tutti quelli che hanno messo tante risorse in campo per arrivare a questo risultato».

Il parroco. «Penso a questa persona. Spero che ora non prevalgano sentimenti di vendetta nei suoi confronti. Questa comunità in questi anni è stata molto matura. Pur impaurita e ferita non ha ceduto a sentimenti di vendetta. Il papà di Yara mi ha detto che se lei è morta è perchè noi diventassimo più buoni. Se ora questa notizia verrà confermata cosa facciamo nei confronti del presunto assassino? Invochiamo la pena di morte? No, certo. A me interessa che Yara sia stata e continui ad essere un dono per la nostra comunità». Queste le prime parole di don Corinno Scotti, il parroco di Brembate di Sopra, alla notizia dell'individuazione dell'assassino di Yara Gambirasio, date al sito di Famiglia Cristiana. «Ho tirato un sospiro di sollievo ma ancora non so nulla di preciso», dice. «Proprio quindici giorni fa abbiamo inaugurato qui in oratorio un monumento in ricordo di Yara che ho voluto chiamare stele di luce. Perchè comunque andrà a finire questa dolorosa vicenda Yara è così che deve essere ricordata: come un dono, un dono prezioso».

L'avvocato di Fikri. Per Mohamed Fikri, il marocchino che era stato fermato qualche giorno dopo la scomparsa di Yara Gambirasio, rilasciato dopo 2 giorni e definitivamente scagionato dall'accusa di omicidio poco più di un anno fa, il fermo del presunto assassino della ragazza «è una ulteriore riabilitazione, perchè c'era qualcuno che ancora nutriva dubbi nei suoi confronti». Lo ha spiegato il suo legale, l'avvocato Roberta Barbieri.

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