Taxi Napoli, corse negate e costi folli nella giungla dei tassisti

Nessun tassista s'è mai visto revocare la licenza

Lo stazionamento dei taxi a piazza Garibaldi
Lo stazionamento dei taxi a piazza Garibaldi
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Sabato 24 Giugno 2023, 08:00
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Il mondo dei taxi a Napoli è un melting pot di brava gente e delinquenti con i primi che sono la maggioranza ma vengono umiliati dalla seconda categoria che non smette di provare a fregare la gente. Ecco perché, prima di affondare il coltello nella piaga degli imbrogli è necessaria una premessa forte e severa: in macchina, al servizio della gente, i tassisti onesti lavorano duro e lottano contro una città che muore di traffico e caos, ed è a loro che deve andare la solidarietà di tutti. 

Dovunque ci sia una piccola folla in cerca di taxi, c'è l'assalto dei tassisti a caccia della corsa migliore. Accade alla stazione ferroviaria dove la coda per i taxi viene governata in maniera autoritaria da persone che impongono ai viaggiatori su quale taxi salire in base alla corsa che dovrà essere effettuata: chi chiede percorsi brevi finisce in coda, preferenza per chi deve andare lontano, possibilmente in un comune limitrofo alla città, così la corsa viene raddoppiata.

Accade più o meno la stessa cosa all'aeroporto dove, però, i controlli della polizia municipale sono più serrati e le regole sono spesso rispettate. 

La nuova frontiera dei tassisti d'assalto, però, è la stazione marittima dove i crocieristi sbarcano a frotte e hanno spesso voglia di andare a visitare la Costiera oppure Pompei o Ercolano: corse lunghe e certamente redditizie per le quali la lotta è serrata. Il mancato rispetto della coda è quasi all'ordine del giorno e l'accaparramento del turista viene effettuato come accadeva negli anni 50, rincorrendolo appena mette piede fuori della nave.

«Alla stazione marittima noi tassisti perbene abbiamo smesso di andare. Non riusciamo a contrastare chi viola le regole», sussurra un uomo gentile che ovviamente chiede l'anonimato, perché in quel mondo non si scherza. Se avete voglia di capire come si regolano certe questioni nel mondo dei taxi napoletani andate a riguardare il video pubblicato dal nostro sito esattamente due mesi fa nel quale, a via Depretis, viene data una «lezione» a due colleghi che avevano accettato di lavorare anche con i servizi online. Su quella vicenda non esiste ancora una conclusione e non ci sono state sanzioni ufficiali. Del resto a Napoli è difficile che un tassista paghi realmente per un atto che viola le norme.

I tassisti vengono generalmente fermati e sanzionati per mancato o fraudolento utilizzo del tassametro o perché lavorano fuori turno, Il resto degli interventi avviene su diretta segnalazione dei fruitori. La segnalazione più frequente è quella della «pezza». Una volta giunto a destinazione, il tassista che intende frodare il passeggero, distrattamente fa cadere uno straccio sul tassametro, così chiede un prezzo maggiorato senza che le persone se ne rendano conto. Quando ci sono contestazioni i tassisti imbroglioni diventano aggressivi, invitano le persone a denunciare, sapendo che la maggioranza non lo farà.

Il vero problema è che, a Napoli, a dedicarsi esclusivamente ai taxi, ci sono in tutto sette vigili. Ovviamente i controlli sono eseguibili da tutto il personale della polizia municipale, ma l'unità operativa che si occupa del turismo e quindi dei taxi è composta da sole sette unità: ecco perché sulla questione dell'assalto ai crocieristi è stato chiesto il supporto delle altre autorità che si occupano del Porto, dalla Capitaneria alla guardia di finanza alla polizia ai carabinieri: quando sbarcano le navi, il turno di controllo sulle attività dei tassisti viene condiviso con le altre divise. Anche se i risultati, alla fine, non cambiano molto a giudicare dalla frequenza con la quale si arriva alle minacce e alle botte tra tassisti per l'accaparramento del cliente migliore. Ecco perché ha ragione l'attore Geppy Gleijeses che, in un'accorata lettera a Marilicia Salvia sul Mattino di ieri, s'è chiesto «possiamo sperare che un vigile urbano, un carabiniere, un poliziotto, una guardia giurata venga preposta da chi di dovere a sanzionare chi svergogna la nostra città? 

 

A Napoli nessun tassista si è mai visto revocare la licenza. Sembra assurdo ma è esattamente così. Il metodo delle sanzioni funziona in questa maniera: quando un tassista viene beccato a fare qualcosa di sbagliato riceve una sospensione generalmente non superiore a una settimana, e la decurtazione da un monte di 100 punti. Ogni due anni i cento punti vengono ripristinati, quindi in pochi si preoccupano. Quando, invece, si avvicina una situazione che va verso la possibile revoca, scatta la vendita della licenza che viene valutata intorno ai 150mila euro. Così il tassista imbroglione fa cassa immediatamente e non rischia più nulla. 

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