Speranza di vita in calo, Campania maglia nera: penalizzate soprattutto le donne

Speranza di vita in calo, Campania maglia nera: penalizzate soprattutto le donne
di Marco Esposito
Mercoledì 27 Aprile 2016, 08:51
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La salute non è donna. Soprattutto in Campania. L’arretramento della speranza di vita che si è registrato in Italia nel 2015 fa registrare un picco proprio tra le persone di genere femminile della Campania, con un arretramento di 0,4 anni: in pratica cinque mesi di vita in meno. I maschi, nello stesso periodo, hanno visto sfumare solo 2 mesi e mezzo di vita media. La Campania - è cosa nota - ha da decenni il primato negativo per l’aspettativa di vita sia maschile, sia femminile, con due anni e mezzo in meno rispetto alla regione più fortunata, il Trentino Alto Adige. E il divario, nel corso del 2015, si è accentuato.

A elaborare i dati (di fonte Istat) è il rapporto Osservasalute 2015 presentato ieri all'Università Cattolica di Milano. Secondo Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore sanità (Iss) e direttore dell'Osservatorio sulla salute nelle Regioni, il fenomeno della diminuzione dell'aspettativa di vita «ha pochissimi precedenti nel mondo occidentale. L'unico in un paese democratico - sottolinea Ricciardi - è la Danimarca 21 anni fa, e invece per un paese che veniva da un regime totalitario è successo in Russia dopo la caduta del comunismo. L'insegnamento danese è stato che, visto il segnale d'allarme, ci sono stati massicci investimenti in prevenzione, sui giovani, sulle donne, sul contrasto ai fattori di rischio, come il fumo, l'alcol e la sedentarietà, e questo ha avuto dei risultati incredibili. Noi stiamo cominciando a vedere un segnale d'allarme, speriamo che il trend possa essere immediatamente invertito».
La ricetta che Ricciardi scrive per l'Italia - e che punta molto sulla necessità della prevenzione e di uno stile di vita corretto - è ancora più valida per la Campania, dove i problemi generali sono particolarmente accentuati. La prevenzione, secondo il presidente dell'Iss, è fondamentale: «Vi pare normale che siamo l'ultimo paese al mondo? Vi pare normale che i nostri anziani di fatto non facciano prevenzione, quando i canadesi ci hanno dimostrato che sugli anziani è cruciale, che non li devi far arrivate alla disabilità e devi intervenire prima. Queste sono le grandi sfide che ci aspettano, il ministro ce la mette tutta ma noi abbiano una sanità frammentata per cui certe regioni sono all'avanguardia e queste cose le fanno, altre no. Si prenda il caso dello screening per il colon retto, vi pare normale che ci siano regioni meridionali in cui non è ancora partito, in cui ci sono zero cittadini protetti?».

Prudente la prima reazione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, secondo la quale i dati del rapporto «sono da verificare». Il ministro ha trasmesso lo studio alle direzioni competenti, quelle per la Programmazione e Prevenzione, per una verifica. Qualora i dati risultassero effettivi, ha rilevato il ministro, «ciò evidenzierebbe un concetto che sosteniamo da tempo, e cioè la necessità di investire di più in prevenzione, in tutte le regioni». Un investimento maggiore in prevenzione che, secondo la Lorenzin, deve partire dai «corretti stili di vita: mangiare in modo sano, evitare il consumo di alcol, no al fumo e alle sostanze stupefacenti, eseguire vaccinazioni e screening secondo i consigli della scienza».La Campania, spulciando i dati dell'Osservasalute, non solo peggiora la già mediocre aspettativa di vita, ma vede un calo di fecondità, diminuita tra il 2002 e il 2015 dell'8,2% mentre in Italia risaliva del 9,4%. La quota di fumatori, sebbene in calo, è la più alta d'Italia con il 22,1% delle persone di almeno 14 anni (la media italiana è 19,5%). Maglia nera in Campania anche per le persone in sovrappeso, che sono il 41,5% (Italia 36,2%), mentre la quota di obesi è sì superiore allo standard nazionale ma non in modo eccessivo (11,2% contro 10,2%). Simmetrico al dato del peso, è quello della pratica di attività sportive. 

I sedentari in Italia sono già troppi, con il 39,9% (in pratica quattro su dieci non fanno alcuno sport) tuttavia in Campania si arriva al 54,6%.Quanto alla prevenzione in senso stretto, la Campania non sfigura per copertura vaccinale antinfluenzale per gli anziani oltre i 65 anni d'età, tuttavia condivide il trend nazionale di calo a partire dall'inverno 2012-2013.Il rapporto sottolinea che la sanità pubblica in Campania è la meno finanziata d'Italia, con un valore procapite di 1.689 euro (dato 2014) contro i 1.817 euro della media nazionale. 
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