Esplosione Suviana, la moglie di Vincenzo Garzillo napoletano disperso: «Mio marito chiamato per la grande esperienza»

«Io, i miei figli e tutta la nostra famiglia, vogliamo sapere cosa è veramente successo lì sotto»

Patrizia Buonomo con Vincenzo Garzillo
Patrizia Buonomo con Vincenzo Garzillo
di Melina Chiapparino
Giovedì 11 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 20:54
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Cercano di darsi conforto e coraggio a vicenda: Fara Garzillo e Patrizia Buonomo, figlia e moglie di Vincenzo, il 68enne napoletano di Pianura disperso nell'esplosione Suviana. «Siamo certe che non ci sia stato un errore umano». Non perdono la speranza di riabbracciare il loro congiunto perché «quel gruppo di professionisti non può aver commesso errori. Ma è necessario non interrompere le ricerche».

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Signora Buonomo, quando è stata l'ultima volta che ha sentito suo marito Vincenzo?
«È partito martedì con il treno alle sette e quando è arrivato a Bologna mi ha telefonato rassicurandomi che il viaggio era andato bene e che avrebbe noleggiato un'auto per recarsi alla centrale.

Mi ha detto che sarebbe andato alla centrale idroelettrica e che ci saremmo sentiti verso ora di pranzo. È stato affettuoso come sempre».

Come ha saputo dell'esplosione?
«Ero a casa di mia figlia, nel primo pomeriggio di martedì, in compagnia dei miei nipotini. Stavo guardando la televisione. A un certo punto, la trasmissione che stavo seguendo ha comunicato la notizia di una grave esplosione in una centrale idroelettrica e mi sono resa conto che si trattava del posto dove era andato Vincenzo. Ho avuto un colpo al cuore. Non mi sembrava possibile che potesse veramente essere accaduto. Ho subito chiamato i miei figli. Fara è rimasta qui con me e mio figlio è partito martedì per raggiungere il padre».

Vincenzo era mai stato in quella centrale idroelettrica?
«Mio marito conosce tutte le principali centrali in Italia e, fin da giovane, ha sempre viaggiato, specializzandosi come collaudatore di grandi impianti. È un professionista esperto e ha cominciato a lavorare appena diplomato. La sua candidatura era talmente eccellente che l'azienda gli tenne il posto che si era aggiudicato attraverso il concorso perché Vincenzo fu costretto a partire per il servizio militare. Conosce alla perfezione le centrali e il loro funzionamento, per questo è stato chiamato per lavorare in quella struttura».

Dunque, suo marito era stato chiamato per una consulenza?
«Vincenzo era in pensione da un anno e mezzo e avrebbe potuto smettere tranquillamente di lavorare. La sua passione e la sua grande esperienza di collaudatore, l'hanno portato ad accettare qualche consulenza che l'azienda richiedeva facendo affidamento sulle sue qualità di professionista eccellente. Anche in questo caso, per la centrale vicino a Bologna, era stata richiesta la sua presenza e non c'erano dubbi che lui fosse la persona più preparata per quel genere di attività. Questo è uno dei motivi per cui sia io che mia figlia Fara, siamo convinte che non ci sia stato alcun errore umano a provocare l'esplosione».

Da quello che ha saputo, cosa potrebbe essere accaduto?
«Non abbiamo risposte al momento ma posso dire con fermezza che mio marito, in tanti anni di lavoro con la sua azienda, non ha mai avuto problematiche o difficoltà sul piano della sicurezza. Al contrario, mi ha sempre detto che le strutture e le condizioni di lavoro garantivano la tutela e la sicurezza dei lavoratori. Mi ha sempre parlato di un'azienda seria e, di fatti, non è mai successo nulla che possa aver procurato un infortunio o un disagio a mio marito nei tanti impianti idroelettrici dove ha lavorato».

Lei che spiegazione si è data?
«Sono in cerca di risposte e pretendo chiarezza. Io, i miei figli e tutta la nostra famiglia, vogliamo sapere cosa è veramente successo lì sotto. Voglio sottolineare ancora una volta che mio marito era un grande esperto e che tutto il suo gruppo di lavoro era composto da persone valide, per cui siamo certi che non si sia trattato di un errore umano. Non abbiamo una spiegazione ma vogliamo al più presto avere notizie. Ma ormai abbiamo poche speranze».

Il suo appello?
«Mi rivolgo al presidente Mattarella e a tutte le istituzioni affinché si continui a ricercare mio marito e gli altri colleghi. Non deve calare l'attenzione su questa tragedia e non devono abbandonare le famiglie che stanno vivendo questo dramma». 

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