Il virus «ecomafia» continua a contaminare la Campania, prima regione italiana con quasi cinquemila reati ambientali, 15 al giorno, nell'anno 2020. È la fotografia scattata da Legambiente che ha presentato ad Avellino «Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Campania». In particolare, mentre si registra una flessione degli illeciti rispetto al 2019, 92 in meno, sale il numero delle persone denunciate, +15,5%, degli arresti, 50, più che raddoppiati, e dei sequestri, 131 in più nel corso del 2020.
Il valore dei beni sequestrati ammonta a 25 milioni di euro. Insieme con imprenditori, funzionari e amministratori collusi, secondo Legambiente sarebbero almeno 90 i clan attivi nelle filiere analizzate: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici animali allo sfruttamento delle energie rinnovabili.
Per quanto riguarda la provincia di Avellino, sono stati 655 i reati accertati di illegalità ambientale, il 12% sul totale della Campania. Un dato che viene riscattato in qualche modo dalle demolizioni di abusi edilizi: l'Irpinia conquista la migliore prestazione rispetto alle altre province campane: su 1.496 ordinanze di demolizione emesse, 574, pari al 38,4%, sono state eseguite. La città di Avellino è la prima tra le città del Sud per abbattimenti: ha demolito il 48% degli immobili abusivi: 480 su mille ordinanze emesse. Sul fronte degli incendi dolosi, che per il 54,7% si concentrano tra Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, la provincia di Avellino è al sesto posto per numero per numero di reati accertati: 161 tra incendi dolosi, colposi e generici.