Napoli. Nello stadio della discordia: crolli, immondizia e pericoli | Foto e video

Un muro crollato sotto il San Paolo
Un muro crollato sotto il San Paolo
di Paolo Barbuto
Venerdì 2 Ottobre 2015, 10:26 - Ultimo agg. 11:28
4 Minuti di Lettura

Da dove partiamo? Dall’alto dove la copertura perde i pezzi che volano pericolosamente sui napoletani? O preferite iniziare dal basso dove ci sono muri che crollano e topi? O forse è meglio iniziare il tour dagli spalti ricoperti di immondizia sotto i quali, a causa delle perdite, penzolano «stalattiti» di liquami?

«Lo stadio San Paolo è un cesso», Aurelio De Laurentiis ha usato il suo consueto linguaggio colorito ma, onestamente, non ha tutti i torti: basta guardare le fotografie per farsi un’idea.

Dentro lo stadio ci siamo stati ieri pomeriggio; perché per capire cos’è, e com’è ridotto, quel luogo dove tanti napoletani hanno gioito e sofferto, bisogna andarci in un momento in cui il calcio è lontano. Così, visto senza pubblico, nessun coro di sottofondo, nemmeno un’emozione dal prato, il San Paolo mostra tutte le ferite, il degrado, lo squallore.

Abbiamo deciso di partire dal basso, dai corridoi che camminano un piano al di sotto del livello di calpestio, praticamente paralleli a quella porzione di tribune che arriva all’altezza del campo. Quei corridoi si trovano nella zona delle tribune: erano frequentati ai tempi del mondiale del ’90 perché conducevano ai garage (oggi abbandonati e degradati).

Dopo il mondiale, con metodico disinteresse, quei luoghi sono stati abbandonati, trasformati in deposito di robaccia in disuso e in rifugio per roditori che ciclicamente tornano all’assalto della struttura anche se, attualmente, una derattizzazione ha ridimensionato la colonia.

Camminare lì sotto è come fare un viaggio in un museo dei ricordi calcistici azzurri sul quale è appena caduta una bomba. Cartelli sbiaditi, scrivanie, contenitori di biglietti, e poi residui di lavori edili, pezzi di ferro, strutture smontate nel tempo. La zona che sta sul fondo è ricoperta di polvere e mattoni rossi, ti volti a sinistra e scopri che quelli sono i resti di un muro crollato.

Vengono i brividi a pensare che, esattamente tre metri più sopra, ogni quindici giorni arrivano migliaia di persone; e pure se gli esperti ai quali mostri la foto spiegano che si tratta solo di un muro «d’abbellimento», che non ha nessuna funzione portante e che non c’è rischio per il pubblico, quel muro crollato all’interno dello stadio San Paolo fa paura lo stesso.

Due rampe di scale più su lo stadio è quello che gli spettatori frequentano abitualmente. Forse loro avranno fatto l’abitudine ai roditori, ma scoprire, mentre imbocchi le scale, che stai per calpestare i resti di un topolino morto è piuttosto ripugnante.

Il fatto è che qui, nello stadio, è festa grande per ogni tipo di animale. Ci sono immondizia e resti di cibo praticamente ovunque, una pacchia per i topi e, purtroppo, anche per i gatti che trovano da mangiare tanto facilmente da dimenticare di dare la caccia ai loro nemici numeri uno, così su un seggiolino della parte inferiore della curva A un gattone bianco e nero s’è fatto una cuccia di giornali e dorme beato.

Lungo il percorso al di sotto delle tribune, per l’intero anello dello stadio, è tutta una lunga teoria di immondizia varia: evidentemente dopo l’ultima partita nessuno è venuto a ripulire il San Paolo. All’altezza della curva A c’è una pericolosa gettata di asfalto che si sta sfaldando: perde pezzi che, nelle mani delle persone sbagliate, possono diventare armi con le quali colpire tifosi avversari e forze dell’ordine. Tutti i bagni della curva sono aperti e emanano un odore ripugnante, evidentemente uno di quei wc perde; te ne accorgi passandoci sotto, lungo il percorso del pubblico nella tribuna ospiti: dal cemento pendono «stalattiti» esattamente al di sotto dei servizi igienici.

Osservando con attenzione ti accorgi che sono stalattiti composte di liquami, di cacca. Dribbling rapido e fuga al solo pensiero che una di quelle cose possa staccarsi e finirti in testa. Scale e livello superiore, sulle tribune a guardare il campo e a respirare. Veramente si respirano solo schifezze: il San Paolo oggi è una immensa pattumiera con immondizia e sacchi neri sparsi in ogni angolo degli spalti.

Poi sollevi gli occhi verso la copertura e scopri che ci sono decine di pannelli staccati. Poco male, tanto la pioggia lì sotto c’è sempre entrata. Il fatto è che quando quella roba si stacca dall’alto del San Paolo, vola sopra la città e, sappiatelo, essere centrato da un pezzo di plexiglass che piomba giù dal cielo, può mandarvi dritti all’ospedale.

Il resto del racconto lo lasciamo alle fotografie. Il commento anche lo lasciamo a voi lettori: d’accordo, questo è stato lo stadio dei trionfi e di Maradona ma oggi, purtroppo, è lo stadio raccontato in maniera colorita dal presidente del Napoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA