De Luca e il terzo mandato: «In Campania possiamo farlo tranquillamente»

E sull'autonomia differenziata: è davvero in gioco l'unità del Paese

De Luca alla manifestazione
De Luca alla manifestazione
Giovedì 14 Marzo 2024, 13:28 - Ultimo agg. 23:03
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«Di tutto si parla meno che dei problemi della gente. Che significa terzo, quarto o quinto mandato? Io voglio parlare del sistema ospedaliero, degli ospedali che sono in corso di realizzazione, dei problemi dell'ambiente, dei problemi dell'autonomia idrica, del rinnovamento del parco dei mezzi pubblici, del piano paesaggistico, della scuola. Che cosa serve per realizzare queste cose? Un mandato, mezzo mandato, tre mandati? Diamo la parola ai cittadini. Punto. E' tanto complicato dire che la democrazia significa innanzitutto questo? Facciamo decidere ai cittadini da chi vogliono essere governati. Hanno paura ovviamente. Però evitiamo queste palle insopportabili».

Così il governatore Vincenzo De Luca ai giornalisti sul terzo mandato, a margine di una iniziativa contro l'autonomia differenziata. Comunque «l problema del terzo mandato non riguarda la Campania. Noi lo possiamo fare tranquillamente. Lasciate perdere questo argomento che non riguarda noi. E' un dibattito astratto che riguarda la politica politicante», ha concluso.

«C'è un'iniziativa che sta crescendo in Italia e che deve crescere ancora di più. Abbiamo registrato nelle ultime settimane prese di posizione molto importanti delle Conferenze episcopali nel nostro paese, di quella della Campania, credo anche la Sicilia ma anche le conferenze episcopali del Nord cominciano a muoversi. Credo che stia crescendo e dovremo lavorare molto in questa direzione, un movimento di opinione nelle Università, fra le giovani generazioni. Dobbiamo svegliarci perché davvero è a rischio l'unità del paese, oltre che il futuro del Mezzogiorno» ha proseguito De Luca durante l'iniziativa promossa dalla Flc-Cgil Campania alla Rotonda Diaz in occasione dell'arrivo del camper contro l'autonomia differenziata.

«Abbiamo prime scadenze - ha precisato De Luca - alle quali dobbiamo tentare di rispondere nella maniera più forte possibile, abbiamo promosso come Regione Campania una manifestazione forte a Roma e uno dei due obiettivi era la difesa dell'unità nazionale e il contrasto alla autonomia differenziata. Noi diciamo all'Italia che dobbiamo combattere su due fronti: contro l'autonomia differenziata ma anche contro il centralismo burocratico che sta dilagando oggi in Italia, quindi le riforme sono indispensabili ma la nostra linea è: burocrazia zero, non rottura dell'unità nazionale». «Ci sono tanti campi - secondo De Luca - nei quali possiamo modernizzare l'Italia, sburocratizzare il nostro paese: tutti i pareri ambientali, le competenze che riguardano i piani paesaggistici, le competenze che riguardano le aree portuali, il dragaggio dei porti. Ci sono mille cose sulle quali noi possiamo modernizzare in Italia senza spaccare il Paese. Mi auguro che almeno su due punti noi riusciamo ad ottenere un risultato, perché qui davvero ci giochiamo l'unità d'Italia. Mi riferisco alla sanità e alla scuola».

«Se va avanti questa ipotesi di autonomia differenziata - ha aggiunto De Luca - saranno autorizzate le regioni più ricche a fare contratti integrativi regionali per la sanità e per la scuola. Ciò vuol dire che se c'è carenza di personale medico sanitario, oltre i contratti nazionali, come è oggi, una Regione in autonomia differenziata può varare anche contratti integrativi regionali, cioè aggiungere ai contratti nazionali tremila euro al mese per i medici, gli infermieri, il personale amministrativo. Questo significherebbe la morte del Sud, perché avremmo un altro fiume di dipendenti della sanità pubblica che andrebbero al nord. Pensiamo alle aree interne, noi facciamo fatica quando facciamo i concorsi per coprire i ruoli negli ospedali nelle zone periferiche. E' chiaro se c'è una regione che ha disponibilità finanziaria e mette sul piatto tremila euro in più al mese, riesce a coprire anche questi bisogni. Le regioni del sud che fanno? Allora dobbiamo stare attenti perché davvero qui è in gioco l'unità del nostro Paese»

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«C'è un tema su cui dobbiamo riflettere ed è il tema della povertà. Dobbiamo affrontarlo e confrontarci con tutti, ma sapendo che si fanno i conti con i bilanci.

Quindi cose propagandistiche non se ne possono fare» ha commentato De Luca sul tema della libertà. «E probabilmente conviene riprendere una vecchia linea, che era quella del governo Gentiloni, che teneva in piedi il reddito di inclusione. Diventavano interlocutori delle istituzioni i Comuni, che riuscivano a fare un filtro con gli uffici delle politiche sociali, cioè a capire bene quali erano le aree di povertà e le famiglie. Poi dobbiamo fare le correzioni necessarie per evitare elementi degenerativi. E' un discorso da affrontare in maniera molto laica, molto responsabile a due condizioni: nessuna demagogia e fare i conti con i soldi. Sapendo ovviamente che il tema della povertà è un tema nazionale» ha concluso.

«Confronto con Fitto? Si parla da un anno con Fitto, è da marzo scorso che stiamo dialogando, quello che manca non è il dialogo ma sono le decisioni». Ha detto De Luca, in merito ai rapporti con il ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il Pnrr, Raffaele Fitto, atteso domani a Napoli a un evento di Cgil Napoli e Campania. All'osservazione dei cronisti sull'accordo trovato dal Ministero con la Regione Toscana, De Luca ha detto: «Stiamo dialogando da marzo dello scorso anno e in modo più stringente da estate scorsa e formalizzata da 5 ottobre quando Regione Campania ha inviato il suo piano di sviluppo, sono passati cinque mesi, non vedo ragioni per perdere un altro minuto di tempo, ci aspettiamo che a breve si sigli accordo con la Regione Campania».

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