«La strada doveva essere sequestrata, ora effettuare i rilievi è complicato». Due giorni dopo l’incidente su corso Francia in cui è morto il diciannovenne Leonardo Lamma, che ha perso il controllo della sua moto - una Ktm Duke -, a ripetere questa frase non sono solo i genitori, Stefano e Paola, ma anche i consulenti di parte nominati dalla famiglia. Ieri erano presenti sul luogo dell’incidente per fare accertamenti e rilevazioni. Verifiche che ora sono difficili: il pomeriggio dell’incidente sull’asfalto era presente un avvallamento provocato da una voragine rattoppata, ma nella notte tra giovedì e venerdì la strada è stata sistemata. Il sospetto è che Leonardo possa avere perso il controllo del mezzo proprio in quel punto.
«L’asfalto dissestato può essere una causa credibile. Tra l’altro la distanza tra il rattoppo e la traccia ematica è di 57 metri. Assolutamente compatibile anche con una velocità non elevata del mezzo», ha detto l’ingegnere Francesco Di Gennaro, consulente dei familiari.
«Chi ne aveva la competenza doveva chiudere la carreggiata per permettere a tutte le parti in causa di effettuare le perizie per stabilire come è morto Leonardo» sottolinea ancora il consulente. Nel primo resoconto, arrivato in Procura subito dopo l’incidente, non si parlava di problematiche legate alla strada. A sollevare il caso sono stati i legali della famiglia, gli avvocati Antonio De Fazi e Massimiliano Capuzi, che hanno mostrato al pubblico ministero Attilio Pisani, titolare del fascicolo, le fotografie della carreggiata. Agli atti finirà anche il video fatto con il cellulare da uno degli amici di Leonardo, nel quale si vedono gli operai al lavoro per sistemare l’asfalto poche ore dopo l’incidente.
La Polizia locale nei prossimi giorni depositerà in Procura un’informativa dettagliata sui fatti e sta continuando ad ascoltare i testimoni presenti al momento dell’incidente, che hanno visto il giovane scivolare e perdere il controllo della moto proprio in prossimità del “rattoppo” sull’asfalto. Tra loro anche le persone che hanno chiamato i soccorsi.
Nel frattempo, proseguono le indagini difensive. Ieri all’ora di pranzo, metro alla mano, per quasi due ore, sotto l’occhio attento della famiglia e dell’avvocato De Fazi, i consulenti di parte hanno misurato in lungo e in largo la strada evidenziando i vari punti d’impatto ancora visibili. L’obiettivo è quello di stabilire cosa abbia provocato lo sbandamento fatale. Ma gli accertamenti sono solo all’inizio. Il pm Pisani, che indaga per omicidio stradale, nei prossimi giorni incaricherà i consulenti della Procura. Per il momento il fascicolo è contro ignoti.
Intanto non si placa la processione degli amici di Leo, che in questi giorni hanno raggiunto Corso Francia per lasciare un fiore, o per dire una preghiera. Anche ieri è stato un susseguirsi di occhi lucidi e poca voglia di parlare. «Assurdo sia morto così» ripetono continuamente. Lo schianto è avvenuto poco distante dal punto in cui, nel dicembre 2019, Gaia von Freyman e Camilla Romagnoli erano state investite e uccise. Quella sera, Leonardo era andato in pizzeria insieme a loro.
Dall’autopsia, effettuata venerdì, è emerso che il diciannovenne è deceduto per le gravi lesioni riportate alla testa durante l’impatto con lo spartitraffico in cemento. Il corpo è stato restituito ai genitori. Stefano e Paola si sono recati al policlinico Gemelli per fare la vestizione. I funerali saranno all’inizio della prossima settimana.