Alfano rilancia le primarie, ira dei falchi: «Chiuderò in gabbia rapaci e colombe»

Berlusconi e Alfano
Berlusconi e Alfano
di Claudia Terracina
Domenica 13 Ottobre 2013, 10:16 - Ultimo agg. 19:25
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ROMA Primarie o congresso? Questo il dilemma che agita il Pdl mentre Berlusconi assicura di non aver mai dato del traditore ai suoi ministri e di non essere affatto furente. Io lavoro proprio per la coesione e per l’unità del movimento», assicura. Confortato dal confronto notturno con l’ex premier, che definisce «ottimo e costruttivo», Angelino Alfano, che molti danno come sicuro vice del Pdl, ossia braccio destro di Berlusconi, annuncia «primarie a tutti i livelli», mentre Raffaele Fitto, alfiere dei cosiddetti lealisti, continua a riproporre «l’azzeramento di tutti gli incarichi di partito che vanno riconsegnati nelle mani di Berlusconi. E’ questa l’unica condizione per ritrovare l’unità».

LE FAZIONI



Con l’ex governatore della Puglia si schierano la Gelmini, la Carfagna, la Biancofiore, la Mussolini, la Polverini, Nitto Palma, Capezzone. Ma Alfano, forte del clima collaborativo ritrovato con Berlusconi, segue tutta un’altra strada.

«La legge elettorale va cambiata, in Parlamento deve andare chi ha i voti. A livello di partito ci devono essere primarie a tutti i livelli. E ovunque chi vince governa e chi perde resta nel partito», chiarisce una volta di più. E per quel che riguarda le riforme delle istituzioni, spiega che «il Pdl sostiene un sistema bipolare, da una parte il centrodestra e dall’altra la sinistra-centro. Sulla presidenza della Repubblica siamo perché, come in Francia e negli Stati Uniti, il presidente sia eletto direttamente dal popolo e possa avere poteri di Governo».

Sembrerebbe tutto risolto, anche perché Berlusconi ad uso interno chiarisce che «nessuno vuol sentir parlare di contrasti e di frizioni, se non i nostri avversari». Tuttavia, le sue parole rischiano di perdersi nei continui battibecchi tra gli alfaniani e i cosiddetti lealisti. Sarà perché Alfano, reduce dall’incontro con l’ex premier, ostenta grande sicurezza perché «quando si parla con Berlusconi ci si capisce benissimo». Il colloquio, durato più di tre ore, a suo dire, «è andato benissimo. Si è parlato del futuro del partito e del Paese, ossia della legge di stabilità». Insomma, basta sgomberare il campo da quanti soffiano sul fuoco delle polemiche e tutto, garantisce Alfano, «si risolve e si possono ingaggiare le battaglie care al fondatore del Pdl. «Saremo le sentinelle anti tasse», promette. E ancora: «In questi venti anni Berlusconi ha subito una persecuzione giudiziaria. Ma il Pd non ha titolo per dire che siamo alla fine di un ventennio. Saranno gli elettori a stabilire se è finito un ciclo. E, a quanto pare, la nostra coalizione è ancora in vantaggio proprio per gli obiettivi che ci siamo posti».

LE TENSIONI



Tuttavia, Alfano non convince Fitto e i suoi quando dichiara: «Non sono appassionato di ornitologia e per questo farò di tutto per chiudere in gabbia falchi e colombe. Resteremo uniti, non ci divideremo». Inevitabile la reazione dei lealisti che rilasciano dichiarazioni a raffica e insistono nel rivendicare «l’azzeramento delle cariche». E se Cicchitto avverte che «in questo contesto è evidente che prima di procedere al passaggio da Pdl a Forza Italia bisogna chiarire molte cose», Gasparri si spende per trovare una mediazione «al più presto». Ma è l’alfaniano Andrea Augello che chiarisce bene la deriva in cui si sta avvitando il Pdl. «Questa polemica senza fine, che prosegue nonostante le dichiarazioni distensive di Alfano, produce un inutile logoramento dell’immagine del partito, che è invece in recupero nei sondaggi dopo la scelta di votare la fiducia al governo - ammonisce - non so quanto i colleghi che la stanno alimentando siano consapevoli che questa è l’ultima cosa di cui ha bisogno Berlusconi».

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