Elezioni comunali: Alfano, si voterà solo domenica
Fassina ammesso alle elezioni comunali

Elezioni comunali: Alfano, si voterà solo domenica Fassina ammesso alle elezioni comunali
Lunedì 16 Maggio 2016, 18:09 - Ultimo agg. 17 Maggio, 20:54
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Si voterà solo di domenica sia alle elezioni comunali del 5 giugno (ballottaggio il 19) che al referendum sulla riforma costituzionale in autunno. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno Angelino Alfano dopo il Consiglio dei ministri di oggi.

Il governo dunque ci ripensa e conferma il voto in una sola giornata. L'allungamento dell'apertura delle urne su due giornate avrebbe comportato fra l'altro un aumento dei costi. A proporre l'allungamento su due giorni era stato Alfano, che in Consiglio dei ministri ha motivato il ritiro della sua proposta con le polemiche «pretestuose e strumentali» che sono state sollevate.

«Avevo proposto - ha spiegato Alfano in Consiglio dei ministri - l'estensione del voto sia al lunedì di questo turno amministrativo che a quello della consultazione referendaria, e ovviamente per tutte le elezioni a seguire, per andare incontro a una istanza che mi veniva rappresentata da più parti e cioè di ampliare la partecipazione al voto e ridurre i rischi di astensione dalle urne. Esigenza che, tra l'altro - ha sottolineato - mi era stata rappresentata in prima battuta proprio da quei partiti di opposizione che, in questi giorni, ne hanno poi approfittato per attaccare il Governo su presunte paure presenti e future. Di fronte a tante polemiche pretestuose e strumentali - sia riguardo i costi sia riguardo a chissà quali strategie occulte che sarebbero state alla base di questa mia iniziativa - valuto opportuno lasciare le cose così come stanno». La spesa in più per votare anche di lunedì «non sarebbe stata di centoventi milioni di euro, ma l'incremento sarebbe stato di circa cinque milioni di euro per le amministrative e di circa diciotto per il referendum», ha poi precisato il ministro, riferendosi ad alcune stime circolate riguardo l'aumento dei costi dovuto al voto su due giorni.

Ammessa la lista "Sinistra per Roma - Fassina sindaco"

Il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso della lista "Sinistra per Roma - Fassina sindaco", ha ammesso la stessa a partecipare alle prossime amministrative per le elezioni del sindaco e dell'Assemblea capitolina. Lo ha deciso la III Sezione in sede giurisdizionale. Per il momento il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della lista Sinistra per Roma, giovedì si esprimerà sui ricorsi relativi alla lista civica e alle liste dei municipi.

Nella sentenza emessa oggi e disponibile on line, sul sito della giustizia amministrativa, viene riconosciuta la fondatezza dell'appello e si legge che «i presentatori della lista sono stati "indotti in errore", circa la regolarità degli adempimenti prescritti, dal comportamento tenuto dalla stessa amministrazione e, in particolare, dall'adozione della nota in data 7 maggio 2016, con cui il segretario comunale di Milano ha attestato la completezza della documentazione depositata e la presenza, in essa, delle dichiarazioni sostitutive attestanti l'insussistenza delle condizioni di incandidabilità. L'affidamento così ingenerato negli appellanti - secondo i giudici - deve ritenersi meritevole di tutela per la provenienza qualificata della suddetta attestazione (e ciò anche a voler prescindere dalla sua catalogazione come atto pubblico idoneo a fare fede fino a querela di falso delle dichiarazioni ivi contenute), in quanto formata dall'autorità incaricata di controllare la completezza della documentazione depositata e di segnalare eventuali carenze.

La medesima ricevuta, formalizzata ai sensi dell'art. 32, ultimo comma, del d.P.R. n.570 del 1960, ha, quindi, concorso a consolidare l'erroneo convincimento circa il rispetto della normativa di riferimento, con conseguente scusabilità dell'inosservanza sanzionata con la ricusazione della lista». Il Consiglio di Stato ritiene anche che «l'errore in cui sono incorsi gli appellanti deve ritenersi scusabile anche in ragione del rilievo che, nelle dichiarazioni di accettazione delle candidature al Consiglio di Municipio del Comune di Milano, l'attestazione dell'assenza delle cause di incandidabilità risulta presentata (come si ricava dallo stesso provvedimento di rigetto dell'istanza di autotutela, là dove si dà atto che per 17 candidati al consiglio comunale le dichiarazioni in questione erano ricavabili dalle contestuali candidature al Consiglio di Municipio) e che, quindi, il suo mancato deposito nel procedimento in oggetto resta ascrivibile a un'incolpevole condotta nella compilazione delle dichiarazioni di accettazione delle candidature (nelle quali quella sull'assenza delle cause di incandidabilità avrebbe dovuto essere compresa)».

Il consiglio di stato ritiene che «il mancato rispetto del termine risulta, in definitiva, addebitabile ad un concorso causale determinante dell'amministrazione, posto che, qualora il segretario comunale avesse correttamente rilevato le carenze contestate, i presentatori della lista avrebbero potuto tempestivamente integrare la documentazione, evitando la conseguente esclusione». La riammissione della lista quindi è per i giudici la decisione «più rispettosa, al contempo, del principio del favor partecipationis, inteso come ineludibile declinazione dell'effettiva garanzia di esercizio dei diritti politici costituzionalmente garantiti, e degli interessi pubblici sottesi alla normativa di riferimento, restando, comunque, salvaguardata l'acquisizione delle dichiarazioni sull'assenza delle cause di incandidabilità (che, nella fattispecie, non risulta contestata) entro il termine normativamente stabilito per le definitive determinazioni in ordine all'ammissione delle liste (e, quindi, senza alcun nocumento per i principi di celerità e certezza del procedimento elettorale). In definitiva - si legge -, l'appello dev'essere accolto, con conseguente accoglimento del ricorso di primo grado ed ammissione della lista ricorrente alle elezioni comunali di Milano».

Fassina: «La sinistra torna in campo». «Felice per sentenza consiglio di stato. La sinistra torna in campo a Roma più forte di prima». Così, su Twitter, il candidato sindaco, Stefano Fassina.





 

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