Pdl, Berlusconi vuole evitare la scissione
Guerriglia a Letta sulle tasse

di Alberto Gentili
Mercoledì 13 Novembre 2013, 08:00
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A Raffaele Fitto ieri sera girava la testa. Il capo dei falchi era andato a palazzo Grazioli convinto di trovare Berlusconi con la scure in mano, pronto a mozzare le teste dei “traditori”. Invece, dopo poco pi di un’ora, Fitto uscito sconfortato. Perché, come dicono gli stretti collaboratori del Cavaliere, «ora Berlusconi cerca di trovare una sintesi tra le diverse posizioni imponendo l’unità». Il come è tutto da vedere.



C’è chi dice che per scongiurare la scissione il Cavaliere potrebbe ammorbidire i toni facendo evaporare il collegamento diretto tra la spallata al governo e il voto sulla decadenza da senatore, puntano prima sulla legge di stabilità. Della serie: se ci saranno tasse, sarà crisi. Qualcun altro sostiene che Berlusconi è pronto a offrire ad Alfano la vicepresidenza di Forza Italia. Ma c’è anche chi scommette che si tratti solo di un bluff per spingere gli Innovatori a non disertare il Consiglio nazionale di sabato.



I LEALISTI SBANDANO

Di certo c’è che per i falchi, che già pregustavano la cacciata degli ”innovatori”, è un brutto colpo. Tra Fitto & C. torna ad aleggiare lo spettro del 2 ottobre, il giorno in cui in meno di un minuto Berlusconi passò dal no al sì alla fiducia a Enrico Letta. «Ma questa volta non può finire così», incrociava le dita uno dei leader lealisti, «non può succedere che Silvio rinunci a dare una spallata al governo per lavare l’onta della decadenza». E lo stesso Fitto ha confidato: «Temo che avremo davanti altri tre giorni di discussione insensata». Per la verità anche gli Innovatori sono stati spiazzati dai toni morbidi di Berlusconi. Ma non Alfano. Il vicepremier, che oggi vedrà il Cavaliere e che, fiutata «l’aria nuova», ha sconvocato la riunione con i ministri e gli altri ribelli governativi, ha speso la giornata ad elogiare il «Berlusconi statista», il «Berlusconi dedito all’unità del partito». Il proposito di Angelino, aiutato in questa opera di mediazione da Fedele Confalonieri, da Gianni Letta e dai figli del Grande Capo, è di spingere «Silvio a non rompere». Di convincerlo a tenere in vita il governo per non precipitare «nell’horror vacui che deriverebbe da una crisi al buio». Tant’è, che per tutta la giornata si sono rincorse le voci (smentite) del rinvio del Consiglio nazionale e la vulgata (smentita) di uno slittamento del voto sulla decadenza fissato per il 27 ottobre. Un rinvio cui avevano lavorato sia Alfano che Letta per tentare di mettere in sicurezza la legge di stabilità.



LE TENSIONI

La mossa di Berlusconi non impressiona la pattuglia degli altri Innovatori. «E’ solo fuffa», dice un ministro. E Gaetano Quagliariello, Beatrice Lorenzin, Fabrizio Cicchitto, Roberto Formigoni pressano Alfano. Vorrebbero dal vicepremier una parola definitiva prima dello show down di sabato. «Siamo già oggetto di dossieraggio e di minacce», dice un altro ministro, «in più stanno falsificando la lista dei membri del Consiglio nazionale e usano i funzionari del partito per intimidire i consiglieri. Cos’altro si deve attendere?». Ma Angelino frena.