Boom di ottantenni al Pronto Soccorso: 100mila in più all'anno per combattere la solitudine

Boom di ottantenni al Pronto Soccorso: 100mila in più all'anno per combattere la solitudine
Venerdì 20 Maggio 2016, 17:26 - Ultimo agg. 21 Maggio, 09:21
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Aumentano nei Pronto soccorso italiani i pazienti con più di 80 anni, al ritmo di circa 100.000 persone in più ogni anno. Si tratta di un vero e proprio 'boom', tanto che in 10 anni i grandi vecchi hanno registrato un incremento del 60%. La fotografia arriva dalla Società italiana di medicina di emergenza-urgenza (Simeu), che dal 21 al 29 maggio darà il via alla terza edizione della Settimana nazionale del Pronto soccorso, dedicata proprio a questo tema. Con un dato che colpisce: il Pronto soccorso sta assumendo oggi, sempre di più, anche una funzione di protezione sociale rispetto agli anziani in situazioni di maggiore svantaggio. Cambia dunque l'identikit del paziente che arriva in ospedale. 
Su un campione di 132 Pronto soccorso considerati, i pazienti over 80 erano l'8% del totale nel 2005, il 10% nel 2010 e il 12% nel 2015. La Simeu stima che rispetto ai 20 milioni di accessi totali nei pronto soccorso italiani, l'incremento annuale, dal 2005 al 2015, si attesti intorno ai 100.000 pazienti anziani ogni anno, con un aumento di ricoveri pari al 50%. Un trend che è prevedibile si confermi nei prossimi anni, tenendo conto delle stime Istat secondo cui la popolazione dei 'grandi vecchì aumenterà fra il 2007 e il 2050 da 1,3 a 4,8 milioni di persone. In questi dieci anni, sottolinea Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu, «la professionalità di medici e infermieri di Pronto soccorso si è radicalmente trasformata per rispondere alle nuove esigenze dei pazienti di un sistema sanitario nazionale in rapida e profonda trasformazione.

Parallelamente alla nascita nel 2009 della Scuola di specializzazione in Medicina di emergenza-urgenza, da cui escono annualmente gli specialisti italiani dell'emergenza sanitaria, i professionisti del Pronto soccorso - rileva - sono oggi in grado di intervenire e stabilizzare pazienti complicati come il paziente anziano fragile, che spesso arriva in ospedale per la riacutizzazione di problemi cronici di salute, in un quadro di molteplici malattie di cui è portatore, tanto da rendere necessario un ricovero». Spesso poi, avverte Ruggieri, «la situazione clinica è ulteriormente complicata da una situazione di disagio sociale che rende difficile la dimissione del paziente.

Per questo, denuncia la presidente Simeu, »il personale dei Pronto soccorso si attiva sempre più spesso con i servizi socio-sanitari del territorio, anche al di là delle specifiche competenze sanitarie, ma la situazione è ancora troppo diversa da regione a regione per poter garantire a tutti lo stesso servizio«.
Insomma i Pronto soccorso, comunque »costantemente alle prese con problemi di organico e carenza di posti letto - afferma Ruggieri - si trovano oggi in molti casi a svolgere anche una funzione di 'protezione socialè importante«. Questioni sulle quali si punteranno i riflettori in occasione della Settimana nazionale, che vedrà nelle principali città italiane i medici e infermieri Simeu impegnati in incontri con i cittadini e simulazioni di attività cliniche, per spiegare le dinamiche dell'emergenza e ascoltare le esigenze dei pazienti. Inoltre, in molte scuole primarie e secondarie di primo grado, in diverse regioni, saranno attivati corsi di primo soccorso per i ragazzi e saranno organizzati incontri con istituzioni e associazioni negli spazi di Centri anziani, oltre a iniziative di piazza e porte aperte nei Pronto soccorso di alcuni ospedali.
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