Nocera, ospedale in tilt: la protesta dei pazienti

Nocera, ospedale in tilt: la protesta dei pazienti
di Nello Ferrigno
Martedì 6 Gennaio 2015, 22:56 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 08:31
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NOCERA INFERIORE - In meno di quindici minuti oltre una decina di sirene hanno squarciato il silenzio di una pigra mattinata dell’Epifania. Quasi un’autoambulanza al minuto ha chiesto strada agli automobilisti per arrivare il più in fretta possibile al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I. Anche i residenti del popoloso quartiere Arenula, a ridosso del più grande ospedale dell’Asl Salerno, si sono accorti dell’elevato numero di richieste di soccorso.

Il momento critico si è registrato tra le 9 e le 9, 15. Quella di ieri è stata una mattinata da incubo per il personale sanitario del presidio di emergenza. Un front office che non ha retto. Un Pronto soccorso da poco ampliato ma già piccolo. Pazienti costretti ad attendere diversi minuti, anche ore, per i casi meno gravi. Corridoi affollati da ammalati e familiari al seguito, sala d’attesa stracolma, poltrone dedicate ai codici bianchi occupate. Posti esauriti anche all’Obi, l’osservazione breve intensiva introdotta per ridurre i ricoveri impropri.

Una tensione elevata tanto da spingere i medici a chiedere un supporto ai vigilantes in servizio in ospedale. Poche barelle per adagiarvi gli infermi. Box per le visite esauriti. Il direttore sanitario Maurizio D’Ambrosio ha dovuto autorizzare l’uso dei letti degli altri reparti per curare i pazienti. Situazione estremamente delicata in Medicina, Unità di terapia intensiva cardiologia, Rianimazione e Chirurgia d’urgenza. Qui ci sarebbero anche delle anomalie a causa di medici da diverso tempo assenti per malattia e colleghi costretti ad essere sempre reperibili. L’Umberto I paga lo scotto di un bacino di utenza estremamente ampio rispetto alle proprie potenzialità. Non solo l’Agro nocerino sarnese con le sue 17 città, ma anche una vasta area del Vesuviano e dell’entroterra dell’Irno. Con l’ospedale di Scafati chiuso, Pagani e Cava de’Tirreni ridimensionati, è il nosocomio di Nocera a dover far fronte ad una richiesta di aiuto che, spesso, va oltre il normale.

«È un’emergenza continua» l’ha definita un medico costretto a passare da un letto ad un altro per curare gli ammalati, rassicurare i familiari, compilare gli immancabili moduli che andranno a finire nelle cartelle cliniche. «Le concause – spiega D’Ambrosio – sono tante. In genere nei giorni festivi e prefestivi anche per una banale mal di testa o per un picco di febbre si decide di andare in ospedale. Poi il periodo, magari di freddo come questo, con stati influenzali. Comunque il Pronto soccorso di Nocera avrebbe bisogno di un filtro che ne regoli l’accesso. Così come è necessario avere più posti letto in quei reparti dove si concentrano i ricoveri».






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