Camerota, Crescenzo ucciso dal masso: richiesa di condanna bis per il proprietario del Ciclope

Processo d'appello al proprietario del locale: in primo grado fu condannato a due anni e mezzo per omicidio colposo

Il luogo della tragedia
Il luogo della tragedia
di Angela Trocini
Mercoledì 8 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo agg. 07:13
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Ha chiesto la conferma della condanna inflitta in primo grado per Lello Sacco, proprietario della discoteca Il Ciclope a Marina di Camerota, accusato della morte del 27enne Crescenzo Della Ragione avvenuta nella notte tra il 10 e l’11 agosto 2015 in seguito al crollo di un masso staccatosi dal costone che sovrasta il locale.

L’imputato (difeso dall’avvocato Agostino De Caro) fu condannato in primo grado a due anni e mezzo per omicidio colposo: la vittima (di Giugliano) fu colpita alla testa da un grosso pezzo di roccia, caduto da un’altezza di circa 60 metri, a seguito di un violento nubifragio.

In apertura di udienza la difesa dell’imputato aveva chiesto la rinnovazione del dibattimento, ma la richiesta è stata respinta dai giudici della Corte di appello di Salerno per poi dare la parola al Pg Nuzzo per la requisitoria al termine della quale ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado.

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L’udienza è stata poi aggiornata a gennaio del prossimo anno per la discussione degli avvocati Felice Lentini e Carlo Di Ruocco che rappresentano la parte civile (padre e madre del ragazzo morto), che si sono opposti alla rinnovazione dibattimentale ricordando come l’istruttoria di primo grado sia durata anni e abbia sviscerato tutta una serie di problematiche riguardo allo spostamento della festa dalla spiaggia alla discoteca difronte, e l’arringa difensiva dell’avvocato De Caro per l’imputato.

La tragedia si consumò ben otto anni fa (lunghissima è stata l’istruttoria di primo grado con la sentenza emessa a novembre dello scorso anno, sette anni dopo l’evento): la sera del 10 agosto 2015 si sarebbe dovuto festeggiare la notte di San Lorenzo in spiaggia, al Ciclope Beach, ma venne a piovere e fu deciso di trasferire l’evento nella discoteca della grotta che fu riaperta per l’occasione.

Il giovane Crescenzo, studente in Giurisprudenza ma che lavorava saltuariamente per mantenersi come cameriere, era in compagnia di amici quando venne colpito da un masso, staccatosi dal roccione sovrastante, che schiacciò la vittima provocandone la morte sul colpo (fu il medico legale Maiese, durante il processo di primo grado celebrato al tribunale di Vallo della Lucania, a riferire le cause del decesso di Crescenzo Della Ragione).

In abbreviato fu condannato anche un buttafuori del locale notturno per favoreggiamento (con sentenza definitiva) avendo fatto sparire il masso che travolse Crescenzo Della Ragione. Il percorso investigativo, come già detto, fu lungo e caratterizzato da perizie geologiche e ricorsi amministrativi per valutare le responsabilità in merito alla gestione del costone roccioso, tanto che la procura di Vallo della Lucania oltre al proprietario della discoteca e al buttafuori iscrisse sul registro degli indagati una decina di persone tra cui ex sindaci, tecnici e vigili urbani che furono prosciolti ed usciti dal processo. Ora la parola passa ai giudici di appello salernitani davanti ai quali si sta celebrando il processo bis per Sacco.

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