Biogas a Sarno, braccio di ferro al Tar
e Canfora sotto accusa per mobbing

Biogas a Sarno, braccio di ferro al Tar e Canfora sotto accusa per mobbing
di Rossella Liguori
Martedì 8 Settembre 2020, 06:20 - Ultimo agg. 08:43
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Biogas: è il giorno della svolta? Oggi l’udienza dopo il ricorso al Tar della proprietà contro l’ordinanza sindacale di sospensione dell’attività dello scorso 15 agosto, ed il primo cittadino, Giuseppe Canfora, nel pomeriggio incontrerà il prefetto per procedere con ulteriori prescrizioni. È una battaglia legale complessa quella tra il comune ed i legali della centrale di Biogas; questi ultimi, tra l’altro, sostengono che il sindaco e l’amministrazione stiano facendo mobbing nei confronti dell’attività. L’azione di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini intrapresa dal comune è portata avanti su un fronte sinergico che vede in prima linea i residenti di Foce dove si trovano i due impianti, le associazioni ambientaliste, in seguito ai malori registrati tra adulti e bambini a causa dei miasmi. Domenica proprio i cittadini hanno dato vita ad una manifestazione di protesta contro l’attività. «Continuerò in ogni sede a portare avanti le motivazioni del mio provvedimento - così Canfora - Il Prefetto ha già ricevuto gli atti emanati, l’ordinanza di sospensione, i verbali delle forze dell’ordine. Spesso per non inficiare i percorsi in atto, non posso entrare nello specifico, ma la battaglia dei cittadini, dei residenti di Foce è la mia. Stiamo lavorando a stretto contatto con la Procura, la Prefettura, le forze dell’ordine, ed esperti per rilievi e verifiche. Abbiamo già concretizzato provvedimenti specifici e continueremo. Addirittura i legali dei gestori dell’impianto sostengono che il sottoscritto, in qualità di sindaco, e l’amministrazione stiano facendo mobbing nei confronti dei responsabili dell’impianto chiuso, che li stiamo perseguitando. Ci difenderemo e difenderemo sempre Sarno».

Sul caso è intervenuto l’assessore al governo del territorio, Eutilia Viscardi. «Gli esposti firmati da me, dal sindaco e l’assessore all’ambiente, Roberto Robustelli hanno spinto la Procura, l’Arpac ad avviare procedimenti, addirittura ci sono stati dei sequestri. I provvedimenti ottenuti hanno portato all’ordinanza che ora deve essere difesa al Tar. Oggi ci sarà un’altra tappa del procedimento legale, i giudici dovranno decidere se sospendere o meno l’ordinanza del sindaco, il trenta settembre ci sarà un’altra udienza, questa volta chiesta dalla società di gestione, che in queste ore ci ha inviato documentazione secondo la quale non vi sono odori molesti né rifiuti. Stiamo anche per dare incarico ad un tecnico specializzato per contrastare le perizie di controparte. Ed anche per questo rimango stupita quando leggo affermazioni secondo le quali questa amministrazione avrebbe colpa in quanto avrebbe concesso le autorizzazioni, cosa non vera».

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