Esplosioni al Mingardo a Camerota, nuovo esposto alla Procura

Con un’ordinanza di somma urgenza il sindaco Scarpitta ha fatto riprendere i lavori, Italia nostra: «È uno scempio»

Una delle esplosioni al Mingardo
Una delle esplosioni al Mingardo
di Carmela Santi
Mercoledì 24 Maggio 2023, 06:43
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Corsa contro il tempo per riaprire la Mingardina. L’obiettivo è salvare il ponte del 2 giugno. Dopo la frana che si è verificata mercoledì scorso all’altezza del bivio per San Severino di Centola, i rocciatori stanno lavorando ininterrottamente ma l’emergenza resta. La frana ha causato danni anche alla galleria, all’ingresso della quale sono precipitati i grossi massi, per cui sarà necessario intervenire anche sulla struttura in cemento. Interventi che richiedono tempo. Si sta cercando di accelerare per ultimarli entro fine mese. 

I rocciatori hanno iniziato a rimuovere i massi pericolanti per poi procedere all’installazione delle barriere paramassi. Bisognerà poi verificare lo stato delle travi portanti della galleria. La ditta ha lavorato anche di domenica nonostante le avverse condizioni meteo. Contemporaneamente si lavora anche sulla strada del Mingardo che collega Palinuro con Camerota dove nei giorni scorsi sono ripresi gli interventi di messa in sicurezza. La strada è chiusa e raggiungere Marina di Camerota in questi giorni è diventata un’odissea. È possibile farlo solo da Lentiscosa, quindi per San Giovanni a Piro. Molti automobilisti lamentano scarsa informazione e assenza di segnaletica soprattutto sulla Cilentana all’altezza dell’uscita per Centola, utilizzata per raggiungere Palinuro. Dopo la quarta esplosione con cui sono stati fatti cadere gli ultimi massi pericolanti, i lavori sono a buon punto e la strada potrebbe riaprire già questo fine settimana. Almeno si risolverebbe in parte il dramma per Marina di Camerota raggiungibile nuovamente da Palinuro

Sui lavori avviati dal comune di Camerota non si placano però le polemiche. Un nuovo esposto alla Procura della Repubblica di Vallo è arrivato da parte dell’associazione ambientalista Italia Nostra. «Da circa sei mesi - si legge nella nota - il Mingardo vive una inusuale procedura di continua somma urgenza, evocata scorciatoia per migliorare la fruibilità turistica, in realtà foriera di un danno irreversibile per la stabilità di un corpo roccioso che integra il valore paesaggistico di riconosciuto interesse internazionale della costa del Cilento. Apprendiamo che ancora in questi giorni, da sabato 19 maggio ai piedi della falesia del Mingardo nel Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in area Sic nonché area vincolata dal Piano paesistico del cilento costiero, il sindaco di Camerota, Mario Scarpitta ha ripreso le demolizioni con cariche di dinamite della roccia del Mingardo. Questo - denunciano - nonostante le diffide della Soprintendenza a sospendere questi lavori di demolizione avviati a febbraio ed in barba alla richiesta a presentare un progetto in sanatoria per acquisire le autorizzazioni paesaggistica, archeologica e ambientale mancanti».
 

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