Salerno, il piano scuola non piace: genitori e docenti protestano a Frattte e Matierno

La soppressione di alcuni istituti a Salerno, secondo i manifestanti, arriva inaspettata

La protesta alla scuola Mari
La protesta alla scuola Mari
di Gianluca Sollazzo
Domenica 14 Gennaio 2024, 06:50
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È una coperta corta. Una protesta infinita. È la comunità scolastica di Fratte e Matierno la grande delusa del nuovo piano di dimensionamento. Lo storico comprensivo che per primo a Salerno ha accolto studente ucraini dalla guerra, che ha inventato la prima radio scolastica del territorio, che si è contraddistinta per i primi progetti antidispersione a Matierno quando ancora non esistevano i Pnrr, i piani Scuola Viva e i finanziamenti nazionali. La delibera bis della Regione ha sancito la perdita dell’autonomia didattica e dirigenziale dello storico comprensivo San Tommaso d’Aquino, che era costituito dai plessi di Fratte, Matierno e Buonocore di via Calenda. La novità della nuovo deliberazione regionale è la perdita dell’autonomia del comprensivo di Fratte San Tommaso che si accorpa al comprensivo Calcedonia. Il plesso di Matierno della San Tommaso si accorpa al comprensivo di Giovi-Ogliara che resta in piena autonomia con preside e segreteria. Se Giovi e Ogliara ridono ed esultano, Fratte piange e recrimina. 
LE PAROLE
«La scelta di sopprimere il comprensivo San Tommaso di Fratte – dichiara al Mattino la preside Maria Ida Chiumiento - è del tutto inaspettata e dimostra ai cittadini che comanda chi ha più voce o la alza e non chi ha un piano strategico. Il mio comprensivo è una scuola storica che lavora su un territorio difficile da anni. Famiglie e insegnanti e generazioni di Fratte e Matierno sono legate da un legame indissolubile. Si perde un presidio costante, attento e vigile sul territorio». Le famiglie di Fratte sono preoccupate. Ieri hanno chiesto spiegazioni alla dirigente Chiumiento. «Lottiamo contro la dispersione sociale, lottiamo per orientare i ragazzi in un abbraccio collettivo con le famiglie, adesso la perdita dell’autonomia è da considerare una scelta rischiosissima per un quartiere socialmente svantaggiato come Fratte – dice la preside - Abbiamo una storia di inclusione e contrasto alla dispersione e di lotta alla emarginazione stratificata dai docenti che rappresentano per le famiglie un reale punto di riferimento». Scendono in campo anche le insegnanti di Fratte e Matierno. «La nostra scuola – dichiara la prof Teresa Greco - ha lavorato per la formazione di personale che ha scelto di votarsi a questa comunità, rendendo l’istituzione scolastica una scuola-famiglia, come più volte definita dagli stessi alunni. Ha permesso a genitori e studenti di sentirsi accolti, sostenuti in qualsiasi momento, senza formalismi e senza orari». «Il nostro istituto è un riferimento culturale e sociale in un territorio – dice la prof Izzo - in cui la presenza dello Stato, attraverso una delle sue declinazioni più rappresentative, è fondamentale ed imprescindibile».
L’ALTRO FRONTE
Da Fratte a Torrione, il passo non è breve. Ma le doglianze sono le stesse: nel mirino è la nuova delibera regionale sul riassetto scolastico. I genitori del popoloso quartiere della zona orientale di Salerno si sono ritrovati ieri in via Trucillo per affermare in assemblea pubblica la loro contrarietà all’accorpamento dei plessi del Barra (Lanzalone del centro storico, Barra di via Trieste e Abbagnano) alla Mari. Lanciata una petizione popolare che ha già raccolto 800 firme. Il comprensivo Mari di Torrione, con la decisione della Regione, da settembre sarà l’istituto più affollato e vasto della provincia di Salerno. «La Barra con la Mari non alcun principio di razionalità, unire Canalone con Torrione è come unire Pontecagnano a Torrione, si viola il criterio della territorialità – dice Raimondo Aufiero, rappresentante dei genitori della Mari - Si verrebbe a creare un comprensivo monstre che rischia di penalizzare l’offerta formativa. Torrione va tutelata come è stata tutelata la scuola Vicinanza del centro».

Creare un nuovo comprensivo di ben 12 plessi e 5 edifici scolastici minerebbe la qualità dell’educazione, secondo i genitori della Mari. «I genitori si sono organizzati perché hanno capito che purtroppo questa ipotesi di accorpamento del Barra alla Mari non è stata rivista – dice la preside Mirella Amato - Nonostante le mie richieste per iscritto alla Regione, al ministro e al sindaco di Salerno. Ho trasmesso le mie difficoltà e le nostre ragioni. Queste ragioni non sono state considerate. Quelle di altre scuole sì».

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