Scontri tra ultras di Paganese e Casertana, sette tifosi finiti ai domiciliari scelgono il silenzio davanti al gip

Le accuse, in concorso, sono di detenzione e lancio di oggetti contundenti, rissa, lesioni, devastazione e interruzione di pubblico servizio

L'autobus che trasportava i tifosi casertani incendiato a seguito del lancio di un fumogeno
L'autobus che trasportava i tifosi casertani incendiato a seguito del lancio di un fumogeno
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 5 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 08:56
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Hanno scelto il silenzio i primi 7 tifosi della Paganese finiti ai domiciliari giorni fa, dopo quanto accaduto il 22 gennaio scorso, durante gli scontri con le forze dell’ordine e i tifosi della Casertana.

Il collegio difensivo presente all’udienza di convalida, dinanzi al gip, era composto dai legali Carlo De Martino, Antonio Langella, Monica Abagnara, Armando Vastola, Guglielmo Guarracino e Giuseppe Della Monica. Nei prossimi giorni toccherà agli altri sostenere interrogatorio. 

In tutto, sono 13 gli ultras della Paganese finiti in stato d’arresto mentre 2 quelli appartenenti alla tifoseria della Casertana. Al di là di qualche chiarimento attraverso spontanee dichiarazioni, gli indagati hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Non è escluso, nelle prossime settimane, il ricorso al tribunale del Riesame. Un modo per studiare meglio le carte dell’indagine della procura di Nocera Inferiore, al fine di analizzare al meglio le singole posizioni e le contestazioni maturate a seguito del lavoro investigativo condotto da carabinieri e polizia. Le accuse agli indagati sono - in concorso - di detenzione e lancio di oggetti contundenti, quali bombe carta, petardi, cartelli stradali e fumogeni, indirizzati ai due bus dei tifosi ospiti. A seguire, rissa, lesioni, devastazione e interruzione di pubblico servizio.

I tifosi coinvolti sono stati identificati attraverso le immagini di diverse telecamere, oltre che dai profili social, con il raffronto fatto poi attraverso gli indumenti che indossavano durante gli scontri e quelli, poi, allo stadio, durante la partita. 

L’inchiesta non è conclusa: dopo i primi 9 arresti eseguiti a gennaio, carabinieri e polizia - coordinati dal sostituto procuratore Angelo Rubano - proseguono il lavoro di identificazione, valutando ulteriori profili ed elementi investigativi per risalire all’identità di altri tifosi presenti attivamente agli scontri. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, quel giorno i due bus provenienti da Caserta furono costretti a cambiare itinerario, dopo che i carabinieri registrarono la presenza di un gruppo di tifosi della Paganese, lungo via Tramontano e in altre strade attigue, pronti a consumare un agguato contro la tifoseria ospite. Giunti a Pagani da Sant’Egidio, i pullman furono presi d’assalto da circa 70 tifosi locali.

Molti di loro erano incappucciati e armati di spranghe e altri oggetti contundenti. Le forze dell’ordine, con diverse manovre, riuscirono a tenere indietro gli ultras della Paganese. Quando poi quelli della Casertana uscirono in tempo dal pullman, che prenderà poi fuoco a causa di un fumogeno, cominciò la seconda fase della guerriglia. Oltre al bus carbonizzato, furono danneggiate quattro auto dei carabinieri, un militare restò ferito ad una gamba ed un negozio e appartamento andarono del tutto distrutti, a causa delle fiamme generate dall’interno del bus.

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