Sesso, soldi e ricatti:
alla sbarra la gang della brasiliana

Sesso, soldi e ricatti: alla sbarra la gang della brasiliana
di Nicola Sorrentino
Sabato 17 Settembre 2016, 18:38 - Ultimo agg. 19:06
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PAGANI. Sesso e ricatti per estorcere soldi ad un farmacista. La storia, destinata ora alle aule di tribunale, vede protagoniste quattro persone. Due giorni fa, il gup ne ha rinviate tre a giudizio. Tutto ha origine nel 2012, quando un noto commerciante di Pagani intrattiene una relazione con una ragazza brasiliana. Un rapporto breve, finito nel peggiore dei modi. Pochi mesi di frequentazione e la giovane si presenta dall’uomo per chiedere dei soldi. Deve saldare un debito con uno strozzino. Dopo un po’, gli fa credere anche di essere incinta e quindi, di aver bisogno di altro contante. Le accuse sono di truffa ed estorsione. Davanti al giudice compariranno Flavia Kelly Correa, Maria Edjane Da Silva e Fabio Memoli. Le prime due sono brasiliane, con una terza in attesa di udienza preliminare.
Le indagini furono condotte dai carabinieri della sezione di p.g. del luogotenente Alberto Mancusi. Al centro dell’inchiesta i raggiri che Da Silva avrebbe architettato, insieme a due connazionali e ad un italiano, per spillare soldi alla vittima. In un primo episodio, la ragazza ottenne dall’uomo 100mila euro, paventando ritorsioni fisiche a suo danno se non avesse saldato un prestito che aveva con un «pericoloso usuraio». Nel secondo, invece, al raggiro partecipò tutto il gruppo. La straniera riferì di aver partorito un bambino, nato proprio dalla relazione con il paganese. Ma che a causa di una malformazione genetica, era stata costretta a tornare in Brasile dove avrebbe appreso della necessità di cure molto costose. In realtà, la donna non era mai partita, ma dal farmacista riuscì tuttavia ad ottenere 350.000 euro.
Gli altri imputati, in questo caso, avrebbero contattato l’uomo più volte per rendere la storia credibile. I quattro provarono anche una nuova estorsione, questa volta di 200.000 euro dietro la minaccia di ritorsioni fisiche. L’uomo, difeso dal legale Carlo De Martino, stufo di quel tritacarne denunciò la cosa ai carabinieri, raccontando fatti e facendo nomi. Il processo partirà il 23 febbraio.
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