“Le fratture ossee costano al sistema sanitario una cifra enorme – ha esordito il ministro della Salute Lorenzin -, ma soprattutto alle persone che le subiscono, pensiamo alle fratture del collo del femore che possono compromettere la vita delle persone interessante, per questo motivo è importante procedere con un lavoro sulla prevenzione, partendo da piccoli con assunzione di calcio e vitamina D e coinvolgendo anche i medici di medicina generale sulle novità terapeutiche”.
Negli Stati Uniti e nell’Unione Europea sono affette da osteoporosi circa il 30% delle donne in post menopausa e si stima che di queste più del 40% riporterà una frattura nel corso della propria vita. In Italia vengono stimate almeno 3,5 milioni di donne con osteoporosi e più del 75% della popolazione femminile sopra i 60 anni di età soffrirebbe di fragilità ossea con aumento del rischio di fratture, che rappresentano una importante causa di disabilità, specie tra le persone anziane. Ogni anno si registrano circa ottomila ricoveri per fratture di femore in persone con oltre 65 anni. “Nel nostro Paese - ha detto Maria Luisa Brandi, presidente Firmo-, il problema della fragilità ossea, che espone il paziente a un rischio elevatissimo di nuovi eventi fratturativi, con costi insostenibili per il Servizio sanitario è di fatto ignorato e per i pazienti fratturati presa in carico e continuità assistenziale dopo l’intervento chirurgico sono pressoché inesistenti”. Infine, l’intervento dell’ad di Amgen Italia, con le stime sulle patologie croniche per gli over 65 in futuro: “Dal 2045 gli over 65 saranno più di un terzo degli italiani (32,5%), di cui quasi l’83% soffrirà di almeno una patologia cronica. Nel caso dell’osteoporosi il sistema sanitario nazionale dovrà essere pronto, quindi, a gestire un incremento di popolazione maggiormente esposto a un rischio fratturativo, con conseguente invalidità e aumento dei costi”.