Matteo Garrone dopo gli Oscar: «Il nostro viaggio continua, ora porto il film in Senegal»

E in Italia è polemica dopìo la frase choc di Massimo Ceccherini

Matteo Garrone, Sulley Muntari, Seydou Sarr and producer Paolo Del Brocco
Matteo Garrone, Sulley Muntari, Seydou Sarr and producer Paolo Del Brocco
di Titta Fiore
Martedì 12 Marzo 2024, 07:00 - Ultimo agg. 13 Marzo, 07:31
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Nessuna amarezza, nessun rimpianto. Il giorno dopo Matteo Garrone è già pieno di nuovi progetti. Per settimane il regista di «Io capitano» ha accompagnato il film nelle proiezioni amaricane, con i due giovani attori senegalesi Seydou Sarr e Moustapha Fall ha partecipato a incontri e dibattiti, si è speso con entusiasmo per il lancio del suo emozionante racconto di cinema e di vita su nuovi mercati. È arrivato a un passo dall'Oscar, il film è stato venduto in tutto il mondo, quindi va bene così. «È stato un viaggio fantastico, una grande avventura» dice da Los Angeles.

«Ringrazio tutti coloro che ci hanno supportato in Italia in questo periodo, che hanno tifato per noi, ringrazio i partner produttivi Rai Cinema e Pathé, il Mic e tutti coloro che hanno seguito il film e lo hanno amato, tutte le persone che lo hanno visto nei cinema del mondo e ci hanno regalato grandi emozioni».

E ora? «Il viaggio non finisce qui, perché ad aprile andremo in Senegal, dove tutto è iniziato, e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili».

Di «immensa soddisfazione» parla anche l'amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco: «Essere arrivati fin qui è un risultato straordinario. Grazie al suo enorme talento, Matteo Garrone ha acceso ancora una volta nel mondo i riflettori sul cinema italiano. Ha portato di nuovo l'Italia a competere con le eccellenze della cinematografia internazionale fino alle battute finali, un risultato prodigioso, visto che abbiamo gareggiato contro le forze smisurate delle grandi piattaforme e dei grandi distributori». E per il presidente Nicola Claudio all'orgoglio si unisce «un ulteriore forte stimolo per continuare a raccontare, attraverso il cinema, la nostra contemporaneità».

Mamadou Kouassi, l'attivista ivoriano del centro sociale ex Canapificio di Caserta che ha ispirato il film con la sua esperienza personale, non nasconde la soddisfazione per aver portato sotto i riflettori il dramma dei migranti africani e dei loro viaggi sui barconi tra pericoli e soprusi di ogni genere: «In questi mesi abbiamo dato voce ai tanti che non ce l'hanno». Emozione condivisa con Seydou e Moustapha che però, adesso, non vedono l'ora di tornare a Fregene, dove vivono a casa della mamma di Garrone, per gustare il mitico ragù di cui vanno pazzi.

In Italia, all'indomani delle sue dichiarazioni su Raiuno nel programma di Francesca Fialdini «A ruota libera» a proposito della possibile vittoria di «Io capitano» («è un film bellissimo, ma vinceranno gli ebrei, vincono sempre loro») Massimo Ceccherini prova a stemperare le polemiche sollevate dalla comunità ebraica che lo ha accusato di antisemitismo: «Mi scuso se qualcuno si è offeso, non era mia intenzione». Ma il caso ha continuato a tenere banco per tutta la giornata. Contro Ceccherini, cosceneggiatore del film, insorge il console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, Marco Carrai, parlando di «frasi inaudite». Mentre il senatore Maurizio Gasparri porta la vicenda in Commissione di Vigilanza e chiede alla Rai «seri provvedimenti». L'attore si cosparge il capo di cenere: «Stavo scherzando, la più grande lavata di testa me l'ha fatta mia moglie, se non sai esprimerti, mi ha detto, meglio se stai zitto».

Su X, l'ex Twitter, ritorna sul caso il direttore del Tg5 Clemente Mimun: «Mi deve essere sfuggita la presa di distanza Rai dalle affermazioni sugli ebrei di Ceccherini». E finisce nella polemica anche un post di Sabrina Ferilli («Se dovesse vincere l'Oscar “La zona d'interessse”, so perché»), un'allusione che ha riacceso il dibattito social. Ad agitare le acque ci si mette, infine, anche Televideo, scrivendo che il film di Garrone sarebbe ispirato alle vicende di Schettino, il capitano della Costa Concordia naufragata al Giglio. Una gaffe incredibile naufragata tra i meme. 

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Al regista romano, atteso domenica al Bif&st di Bari, arrivano intanto i complimenti di Gabriele Salvatores che nel 1992 vinse l'Oscar con «Mediterraneo»: «Matteo ha già vinto arrivando lì, è come tirare i calci di rigore dopo una grande partita. Un po' una lotteria. Ma il suo film è bellissimo». 

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