Judo, Gennaro Pirelli da Napoli al sogno Olimpiade di Parigi 2024

Il napoletano vince il bronzo agli Europei e si gioca le carte per Parigi

Gennaro Pirelli (Tamara Kulumbegashvili - IJF)
Gennaro Pirelli (Tamara Kulumbegashvili - IJF)
di Gianluca Agata
Lunedì 29 Aprile 2024, 17:06
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Da San Giovanni a Carbonara a Parigi via Zagabria, sostando come tappe intermedie a Dushanbe (Tagikistan), Astana (Kazakhstan) e Abu Dhabi. È lunga la strada verso le Olimpiadi di Gennaro Pirelli, il ventitreenne judoka napoletano che due anni fa fece urlare il mondo intero grazie alla sua vittoria nel Grand Slam a Tokyo. Mica una vittoria da poco. Su uno di quei campi, il Metropolitan Gymnasium, che per il judo vale quanto il Maracanà o il Santiago Bernabeu, davanti a migliaia di spettatori, Gennaro ne affrontò tre di giapponesi e li mise tutti al tappeto:  
il campione olimpico Aaron Wolf, poi il forte Kotaro Ueoka e per ultimo il fuoriclasse della categoria Kendaro Iida nella finale per la medaglia d’oro, aggiudicandosi il combattimento al golden score per triplo shido, dopo quasi quattro minuti supplementari.

«Andare lì e batterli uno dopo l'altro è stata una esperienza indimenticabile.

La più bella della mia vita». E dire che Gennaro di medaglie ne ha conquistate tante: è stato campione europeo Under 23 a Budapest nel 2021, bronzo ai mondiali junior a Marrakech nel 2019, argento nel Mixed Team agli europei junior a Vantaa nel 2019.  E da ieri anche bronzo europeo a Zagabria nella categoria fino a 100 kg, una delle più difficili del panorama. «Tra quella e questa di medaglie non saprei cosa scegliere. Due sensazioni talmente diverse ma altrettanto fantastiche».

L’azzurro ha esordito sui tatami croati con un successo al golden score sul portoghese Jorge Fonseca, condannato dal terzo e decisivo shido. Agli ottavi di finale, quindi, è arrivata un’altra vittoria per hansoku make, quella contro l’ucraino Anton Savytskiy. A sbarrargli la strada ai quarti, poi, è stato l’azero Zelym Kotsoiev, che al golden score ha potuto beneficiare della terza ammonizione comminata al judoka campano. Nel match di ripescaggio ha sconfitto per waza-ari il serbo Aleksandar Kukolj, prima di aggiudicarsi il bronze medal match contro il padrone di casa Zlatko Kumric, costretto ad alzare bandiera bianca per doppio waza-ari.

Un bronzo pesante perché vale 350 punti e la ventunesima posizione nel ranking per Parigi con la scritta "Qualified". Se tutto finisse oggi il biglietto per le Olimpiadi sarebbe assicurato.«Ma io non ci penso - spiega Pirelli - Averci pensato troppo non mi ha fatto bene all'inizio di stagione, mi caricava di troppe responsabilità. Essere andato a Zagabria con la mente sgombra mi ha fatto fare risultato". E allora per Parigi c'è tempo: Due Grand Slam: Dushanbe (Tagikistan) e Astana (Kazakhstan) e soprattutto i mondiali di Abu Dhabi. «Sarà un mondiale strano. C'è chi si è qualificato per Parigi, chi chiede gli ultimi punti utili. Io so solo che devo andare lì e fare una bella prestazione». San Giovanni a Carbonara il suo punto di partenza.  Una Napoli che gronda di stroria tra via Foria e porta Capuana, ma anche di pericoli. Per sottrarlo a questi mamma Antonella a sette anni lo portò al Kodokan a piazza Carlo III. «Non dimenticherò mai la prima immagine. Tanti bambini ancor più elettrici di me che correvano e facevano le capriole. L'ideale per il mio carattere».

 

Dal maestro Marco Palmieri nella palestra di Peppe Marmo a Lello Parlati alla Nippon di Ponticelli il passaggio lo fanno i raduni continui ed un judo sempre più agonistico in quella che oggi è una fucina di campioni con Christian Parlati, Antonio e Giovanni Esposito, ed oggi anche lui. Dagli idoli da imitare ad essere imitato come idolo il passo è breve. «A Ponticelli abbiamo una squadra fortissima. Poi quest'anno la speranza è che vadano quattro napoletani ai Giochi: Parlati, Esposito, Scutto ed io ma... al momento non ci penso». Non c'è tempo per guardarsi il bronzo europeo. Nel week end subito in Tagikistan a caccia di altri punti. «Il segreto di Zagabria è stato quello di aver cercato di non pensare alla gara per la qualificazione ma solo per divertirmi». E allora a Dushanbe solo per divertimento e chissà se tra una gioia e l'altra non arrivi anche quella a cinque cerchi.  

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